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LA SINISTRA CHE PLAUDE CHI DELINQUE. E CHE VIENE "PREMIATA" DAL COMUNE.

L'articolo di Rumiz su "Il Piccolo" di oggi.
Dopo averci deliziati, sei mesi fa, con le sperticate lodi all'autore del "nobile" gesto di spaccare il cofano di un'automobile altrui con il cric, il giornalista Paolo Rumiz ci regala, sulle pagine de "Il Piccolo", un altro articolo che potrebbe far parte di una collana dal titolo "Applausi a chi delinque".

Oggi il giornalista si compiace del fatto che un tizio sia stato assolto a un processo, nonostante abbia minacciato di lesioni un altro signore, per di più puntandogli un fucile in faccia. Il buon senso (che sarebbe quello di minacciare gli altri con armi in mano) sconfigge persino la giustizia, titola gongolante Rumiz.  

Si, perché la (giusta) condanna non è stata comminata  - ammette lo stesso giornalista - solo in quanto il processo è stato viziato da una serie di false testimonianze, rese dagli amici del reo. A loro volta lodati dallo scrittore Rumiz, molto apprezzato negli ambienti vicini al centrosinistra. Quindi: un reato è rimasto impunito grazie ad altri reati. Applausi.

In entrambi i casi, le reazioni da farwest raccontate negli articoli sarebbero state precedute da comportamenti maleducati da parte delle vittime. Fortemente maleducati, a prestar fede alla descrizione dei fatti. Ma in quale Nazione - che vorrebbe definirsi civile - si giustificano danneggiamenti, minacce a mano armata, false testimonianze a fronte di atteggiamenti censurabili, sì, ma solo sul piano dell'educazione?

Eppure è questo il pensiero che viene somministrato al lettore: la giustizia "fai da te" è cosa buona e la pena è lecito venga decisa e comminata sul momento, in qualunque misura, da chiunque ritenga di aver subìto un torto.

Un simile maître à penser non può certo essere politicamente orfano. E infatti è una specie di icona di una parte della sinistra nostrana. Prevalentemente di quella "radical-chic" o anche detta "della superiorità morale".

Così la giunta Cosolini si è sentita in dovere di "premiare" cotanta raffinatezza intellettuale. Al prossimo "Trieste Next", salone europeo dell'innovazione e della ricerca scientifica, in programma a Trieste a fine settembre e promosso dal Comune, tra i relatori ci sarà anche Paolo Rumiz.

"Il cibo tra etica, estetica e dietetica" e "Musica in stazione" i titoli dei due appuntamenti gestiti dal giornalista. Che, a prima vista, non sembrano così scientifici e innovativi. E, forse, il pubblico di Rumiz avrebbe preferito argomenti più utili al normale vivere quotidiano. Tipo, che so, "L'utilità del cric per punire il maleducato" e "Come puntare un fucile in faccia a qualcuno e passarla liscia".

Gli appuntamenti di Rumiz a "Trieste Next".
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About Paolo Rovis

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11 commenti:

  1. Ciao Rovis go letto sul PICCOLO che la Poropat sta aumentando gli stipendi ai dirigenti della provincia. Xe vero? campagna elettorale. Ciao Leonarduzzi Udine

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  2. Ho letto prima l'articolo di Rumiz e poi il commento di Rovis.
    Chissà perché, leggendo l'articolo, mi ero raffigurato il damerino di città con occhialini tondi come classico benpensante di sinistra. Mentre invece di destra mi ero raffigurato il ruvido montanaro con doppietta, ovviamente scarica!
    Il fatto è che, di norma, l'arroganza vince quasi sempre sulla buona educazione e quando accade che qualcuno si incazza, io sono portato naturalmente a stare dalla parte del "qualcuno".
    Io sto col montanaro, anzi... io sono il montanaro

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  3. Sono totalmente d'accordo con Paolo Rumiz, persona saggia, colta e illuminata, al di là del suo credo politico ! La sua non vuol esser sicuramente una campagna che inciti alla vendetta personale al di fuori della legge, anzi, vuole solo sottolineare come la maleducazione e l'arroganza siano ormai talmente diffusi da far perder la pazienza anche all'uomo più mite !! Anch'io sono col montanaro, e con Rumiz !

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  4. Con lo stesso schema di ragionamento di alcuni, aspetto che si esaltino come eroi quelli che ammazzano a pistolettate l'automobilista che frega loro il parcheggio.

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    1. Caro Paolo,
      il tenore del tuo post e questa tua ultima risposta confermano la mia impressione: sei del tutto privo di senso della misura.

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    2. Ah, interessante. E qual è la misura giusta? Chi la decide? Minacciare con il fucile è "misurato"? Esaltare il reato di falsa testimonianza è cosa giusta? La legge la fa Rumiz come gli sceriffi del West? Così, tanto per sapermi "misurare". Grazie.

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  5. Voler anche solo paragonare l'"ammazzare a pistolettate l'automobilista che frega il parcheggio" con il prendere a colpi di crick il cofano di un'automobile significa esser privi di senso della misura.
    Ed il senso della misura è come il coraggio di don Abbondio: se uno non ce l'ha, non se lo può dare. Né può pretendere che siano altri a darglielo o indicarglielo.
    Il problema è che siamo tutti troppo abituati ad identificare il danno o la minaccia come un reato più grave di altre azioni, sulle quali siamo spesso disposti a soprassedere ma che potrebbero portare a ben più gravi conseguenze.
    Ad esempio, per un cofano d'automobile sfondato a colpi di crick non è mai morto nessuno. Per una corsia d'emergenza occupata inutilmente da un imbecille invece si.
    Quindi, eccoci disposti a soprassedere sull'imbecille che sfreccia sulla corsia d'emergenza, però qualcuno si scandalizza per il cofano dell'imbecille preso a colpi di crick.
    Per l'altro caso del cane in montagna... hai un articolo di giornale ed una sentenza.
    La sentenza è stata emessa da un giudice, ed ha un certo valore.
    L'articolo è stato scritto da un giornalista e, essendo stato scritto da un giornalista italiano nel XXI secolo, solitamente non vale la carta su cui è scritto.
    Perchè, c'è poco da dire: se un giudice ha mandato assolto il Dinamite Bla del caso, significa che le minacce (ti piaccia o no) NON ci sono state, o comunque che, "considerate le circostanze", non sono state tali da poter configurare un reato.
    Però tu adesso pretendi di stilare giudizi morali e giuridici sui fatti non basandoti sulla sentenza, ma sull'articolo di giornale... Interessante il tuo modo di relazionarsi con la realtà. IMHO sbagliato e non condivisibile, ma comunque interessante: spiega tante cose sulla mentalità di chi oggidì decide di dedicarsi alla politica.

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  6. Noto che non hai risposto. Qual è la "misura"? Il cric sul cofano è la misura "giusta"? Oppure è poco e anche il lunotto posteriore avrebbe dovuto venire infranto? Chiedo perché mi interessa saperlo, dal momento che si giustifica il gesto. Le pistolettate sono fuori misura? Può darsi, ma chi lo dice? Tu? Io? Il panettiere sotto casa? Secondo quale parametro? Magari per un altro sono anche poco, dovrebbero venire precedute dalla tortura.

    Tutto questo per dire che la misura c'è già, ed è quella stabilita dalle leggi. Non opinabile. Chi ne esce, delinque. I casi citati riguardano perciò delinquenti. Perché per un fucile puntato in faccia da uno sconosciuto a uno potrebbe anche venire l'infarto e lasciarci le penne. A quel punto avresti detto che era la giusta pena per la sua cafonaggine sbruffona?

    E per quanto al processo. Commento ciò che leggo, non atti giudiziari che non conosco. Ma è lo stesso giornalista a svelare che le testimonianze erano false. E perfino nel titolo ammette che la giustizia è stata sconfitta. Mi fido e prendo atto. Ma non me ne compiaccio. E spero che chi invece plaude, non pronunci mai la parola "legalità" riferita a qualsiasi altra questione. Perché il rispetto delle leggi a seconda dell'umore o della convenienza non dovrebbe avere cittadinanza in uno Stato civile.

    Soprassiedo sull'ultima frase. Parlare di "mentalità" genericamente attribuibile a chiunque si dedichi (anche) alla cosa pubblica ha lo spessore che ognuno è in grado di valutare.

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  7. Allora, io ho risposto... anche se fai finta di no.
    Gli stratagemmi di Schopenauer ("L'arte di ottenere ragione") li applichi in maniera troppo evidente e - permettimi - anche un po' grossolana.
    Il tuo "prendere a manganellate il cofano di un'automobile in corsia di emergenza è sbagliato perchè altrimenti sarebbe giusto sparare a chi ci ruba il parcheggio" è un'ovvia ed evidente applicazione del primo stratagemma di Schopenauer ("ampliamento")
    Però di un mero stratagemma si tratta, che non aggiunge un ette alle tue ragioni.
    Per quanto riguarda la "misura" e chi la deve dare: se tu affermi "Pinco Pallino è alto un km", io non ho bisogno di scomodare metrologi, o il metro-campione di Sevres, o di discettare sulla definizione di "metro" e "chilometro" e "altezza" per poter definire quella frase una fesseria. Non mi interessa ed è irrilevante quanto è alto Pinco Pallino, può essere 1.70 o 1.83, o anche 2 metri. Indipendentemente dalla sua altezza, affermare che è alto un km è una fesseria.

    Comunque, sei tu a dirlo: "la misura è quella stabilita dalle leggi".
    Le leggi vengono applicate ed interpretate dai magistrati, mentre i cittadini sono chiamati solo a rispettarle.
    Bene, qui abbiamo due casi che nessun giudice ha valutato come reati; ergo, fino a che un giudice non pronuncerà una sentenza di condanna, non puoi parlare di reati.

    Nel caso di Dinamite Bla anzi, il giudice si è pronunciato, non c'è reato. Punto.
    Secondo te c'è falsa testimonianza, istigazione a delinquere, alto tradimento o altro?
    Bene, prendi un foglio di carta, metti tutto quanto per iscritto e spediscilo alla procura della repubblica: indagheranno, valuteranno, forse giudicheranno... e solo DOPO, eventualmente, potrai parlare di un reato. Fino a quel momento, il reato non c'è, ed ipotizzarlo è... guarda un po', reato. :D
    Perchè poi, ad esempio, potresti scoprire alla fine della fiera che l'articolo di Rumiz è romanzato, o anche inventato del tutto... il che ne farebbe un cattivo giornalista (ma l'ho già detto: buoni giornalisti in Italia non ne esistono, oggidì). Ma essere un cattivo giornalista (purtroppo) non è reato.
    Ed allora?
    Costruisci castelli sopra un articolo di costume, dove ti vengono descritti dei fatti che un giudice avrebbe già giudicato in maniera differente dal tuo metro... e non ti viene il sospetto che possa essere il tuo metro a essere sbagliato, e/o la rappresentazione dei fatti ad esser falsa o deviata, e pretendi di ergerti su questa base ad un livello morale superiore di giudizio...

    Non soprassiedo io invece sulla tua ultima frase: a parte il fatto che ti invito a riscriverla rispettando lingua e sintassi ("Parlare" sarebbe il soggetto di "ha lo spessore"... che razza di frase è?)
    Comunque, io ho scritto "dedicarsi alla politica", non "dedicarsi alla cosa pubblica".
    Di "politica" sono state date nel tempo tantissime definizioni. Oggi quella originale aristotelica, in Italia, non ha assolutamente cittadinanza, e la "politica" italiana è meglio descritta dalla definizione di Max Weber.
    Quindi, io credo che una persona intellettualmente onesta non può che decidere di starne più alla larga possibile - indipendentemente dal suo spessore... :D


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  8. Il sig. Tauceri ha detto questo e leggendo i suoi interventi l'impressione è che giustifica i fatti avvenuti.
    Riporto questa sua frase...

    "Ad esempio, per un cofano d'automobile sfondato a colpi di crick non è mai morto nessuno. Per una corsia d'emergenza occupata inutilmente da un imbecille invece si."

    Spero che al sig. Tauceri non accada mai un giorno che mentre guida per un errore non dia la precedenza e di non trovarsi dall'altra parte una persona che con i cosiddetti girati scenda e gli sfondi la macchina col cric. Se si lamenta, possiamo sempre rispondergli "per una macchina sfondata col cric non è mai morto nessuno, per una mancata precedenza si".
    Chissà se gli piacerebbe sta risposta :)

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  9. Caro Carlo,
    anche tu fai confusione.
    Confondi infatti un fatto doloso con uno colposo.
    Una mancata precedenza è, quasi sempre, colposa.
    Occupare arbitrariamente la corsia di emergenza è sempre un fatto doloso.

    Cambiando esempio: pestare un piede inavvertitamente a qualcuno è colposo; la reazione della vittima è comprensibile, ma deve restare nei limiti della legge e, perchè no, della buona educazione.
    Tirare invece un pugno deliberatamente è doloso, e la reazione della vittima non è necessariamente subordinata ai vincoli della buona educazione (ed anche quelli di legge sono MOLTO più larghi)

    Se dovesse capitare poi che qualcuno non dà la precedenza per dolo... beh, in questo caso forse sfondargli il cofano a colpi di cric è più che giustificato :D

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