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Più sardoni per tutti! (seconda parte)

Qui Ponterosso, Trieste, Italia. Doveroso aggiornamento su quella che è ormai diventata, complice la spietata sintesi giornalistica, la "guerra del pesce".
La prima puntata è andata in onda anche su questo blog (http://paolorovis.blogspot.com/2008/11/pi-sardoni-per-tutti.html), per cui dò per acquisita dai lettori la conoscenza del tema. Ne ha scritto anche "Il Manifesto" nell'edizione di ieri, una pagina intera a firma di Francesca Longo dove, seppur con qualche inesattezza - l'iniziativa di piazza Ponterosso è mia, non un'idea di altri che, secondo Francesca Longo, io avrei "genialmente abbracciato" - viene ben descritta la "rivoluzone" in atto.

Dalla ormai famosa pagina a pagamento su "Il Piccolo" acquistata da alcune pescherie per lanciare strali contro i pescatori, si sono susseguiti articoli, prese di posizione, dichiarazioni.

Una in particolare mi ha sorpreso: quella di Livio Amato, rappresentante del settore ittico di Confcommercio, pubblicata su "il Piccolo" del 5 dicembre u.s., che merita venir riportata integralmente.

"Il Comune ha dato una tale spinta ai pescatori, regalando un marketing pubblicitario senza precedenti, che se fossimo in una città seria come Milano qualche poltrona sarebbe gà saltata."

Quando l'amico Amato parla del "Comune" ritengo si riferisca a me, che già due anni fa ho iniziato a lavorare per riqualificare il mercato di Ponterosso.

La "spinta ai pescatori" non ho idea quale sia, posto che gli stessi sono lì avendo regolarmente partecipato ad un bando pubblico, occupando uno spazio a pagamento sulla piazza, nell'ambito di un mercato tematico che ho creato io conformemente a leggi nazionali, regionali ed al regolamento comunale.

Il nuovo Mercato di Ponterosso è stato approvato, fra l'altro, dal Consiglio comunale intero senza alcun voto contrario.

Forse l'amico Amato si riferisce all'unica conferenza stampa che ho tenuto insieme a Guido Doz per annunciare semplicemente che il mercato comunale di Ponterosso si stava per arricchire di una nuova categoria merceologica: quella del pesce, appunto, peraltro prevista fin dalla prima delibera approvata. Non si chiama pubblicità, ma informazione ai cittadini sull'evoluzione di una struttura. Pubblica e a cielo aperto.

Per quanto al marketing pubblicitario senza precedenti, Amato rifletta e faccia, se crede, un profondo mea culpa. E' con i soldi suoi e con quelli dei suoi associati, infatti, che è è stata acquistata una pagina intera su "Il Piccolo". L'intento era di attaccare i pescatori, ben diverso il prevedibilissimo effetto: a sue spese, ha informato tutti i cittadini dell'esistenza di un banco pesce a buon mercato in piazza Ponterosso. Di più, suscitando la curiosità dei lettori, ha ottenuto l'ottimo risultato di aver raddoppiato la fila degli acquirenti. Non nella sua pescheria o in quelle dei suoi associati, ma proprio nel luogo da dove avrebbe voluto allontanarli: piazza Ponterosso.

Fa quindi un po' sorridere l'auspicio che qualche poltrona salti, come sarebbe secondo l'amico Amato accaduto in una "città seria come Milano" (che poi perché Milano sarebbe seria e Trieste no? e seria relativamente a cosa? boh...).

Fossi uno dei suoi associati, la poltrona che metterei in discussione è proprio la sua, quella di rappresentante di settore in seno a Confcommercio, posto che ha condotto una disastrosa - e costosa! - campagna che si è totalmente ritorta contro gli interessi della categoria che rappresenta.

La mia "poltrona", alla quale non ho attaccamenti particolari vivendo non di politica ma della mia ultraventennale attività artigiana, è sempre a disposizione del Sindaco, che mi onora della sua fiducia, e dei cittadini che mi hanno eletto per due mandati consecutivi.

Quegli stessi cittadini che in questi giorni mi fermano per strada e mi ringraziano per aver dato loro la possibilità di acquistare prodotti alimentari a prezzi prima inarrivabili, traendone grossi benefici per il proprio bilancio famigliare.

Faccia un'ulteriore riflessione, già che c'è, l'amico Livio Amato: la sua pescheria, in piazza Perugino, ha avuto i permessi dagli uffici del mio assessorato affinché diventi quello che è oggi.
Ovvero un innovativo punto vendita con annessa degustazione di molluschi ed altri prodotti ittici in abbinata a vini di qualità, apprezzato, mi dicono, da numerosi avventori specie all'ora dell'aperitivo.
Quindi, se l'amico Amato ha ideato e potuto realizzare con successo una nuova modalità di proporre la sua attività ai cittadini, ponendosi peraltro in concorrenza con i pubblici esercizi della zona, come mai si agita tanto se anche qualcun altro si ingegna e realizza legittime iniziative a favore dei consumatori in una piazza che per decenni, in passato, già rivestiva tale funzione?

Nel rispetto delle norme, il mercato è libero, e altrettanto libera è l'iniziativa imprenditoriale in questa Nazione: a determinarne il successo o il suo contrario non è un assessore, un Comune, o una categoria. E' il cittadino-consumatore, attorno al quale devono ruotare tutte le azioni politiche, istituzionali e private, con l'unico obiettivo di metterlo in condizione di effettuare scelte consapevoli in mezzo ad un'offerta che dev'essere la più ampia possibile.

E' finita l'epoca degli orticelli e delle corporazioni, dei sussidi e del protezionismo.

Le spesse e rassicuranti mura medioevali a difesa delle città e dei suoi piccoli e localissimi commerci sono state abbattute da un pezzo.

Siamo in Europa, senza confini, senza barriere.

E' ora che anche a Trieste si aprano gli occhi e si monti in sella alla bicicletta.
E si pedali.
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About Paolo Rovis

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2 commenti:

  1. Vorrei complimentarmi con Lei per la poca professionalità con cui ha scritto quest'articolo.
    Fa emergere una presa di posizione per niente seria ed oggettiva, visto e considerato che il tanto citato Livio Amato è rappresentate di categoria, e benchè io non lo conosca personalmente, non credo che un commerciante con una pescheria così ben avviata, possa essere tanto attaccato ad una poltrona che non gli frutta alcunchè di pecunario, a differenza della Sua, onorevole Rovis.
    Spero che non dovrò esser io a dirLe che la miglior difesa è l'attacco; e visti i comunicati stampa fatti dal rappresentante Lei si è sentito, ingiustamente ed insensatamente, chiamato in causa; aggiungo che il Sig.Amato ha quantomeno avuto la decenza di parlare di Comune anzichè di "Paolo Rovis", cosa che Lei non ha fatto citandolo in primo nome.
    Le considerazioni da Lei fatte, dal marketing alla pescheria del Sig.Amato, sono interamente fuori luogo e dislocate dal fulcro del discorso: mi sembra di sentire mia figlia adolescente di 13 anni che attacca personalmente le amiche se viene colpita in un punto per lei dolente!
    Ha forse dei ripensamenti circa il suo operato fin’ora? Ha forse la coscienza sporca, o la coda di paglia?
    Devo essere sincero, io L'ho votata, ma letto ciò mi domando se ho dato il mio voto ad una persona con un minimo di diplomazia ed una cognizione di causa o ad un qualunquista che non sa gestire una situazione da lui stesso creata.
    Non ho capito e continuo a non capire il filo logico del Suo post, che ci sarebbe se fosse dedicato a "Livio Amato", ma che in questo caso non c'è visto e considerato che il tema principale viene leggermente sorvolato.
    Sono particolarmente deluso visto l'attacco frontale e per nulla mediato che ha fatto a questo povero uomo che nulla non è che un portavoce e un lavoratore serio ed onesto.
    Spero che Lei rifletta su quanto da me scritto. E spero che non si sia sentito offeso, se cosi fosse Le chiedo scusa; la mia voleva solamente esser una critica costruttiva.

    Cordiali Saluti.

    RispondiElimina
  2. Caro Anonimo, lungi da me il sentirmi offeso, ci mancherebbe.

    Premetto, a scanso di equivoci, che nutro stima e simpatia per Livio Amato. Anche perché è un lavoratore che, come ho riportato nel mio post, ha saputo innovare con successo il proprio punto vendita. Non è così frequente, dalle nostre parti.

    Che io mi sia sentito chiamato in causa non mi pare così "ingiusto ed insensato": la competenza sui mercati, oltre che su altre cose, è mia, quindi quando si parla del "Comune" riferendosi al mercato di Ponterosso, ci si riferisce a decisioni e scelte mie. Che poi, in questo caso, sono state confermate dal Consiglio Comunale.

    Decisioni e scelte sulle quali, le assicuro, non solo non ho alcun ripensamento ma che rifarei tali e quali.

    Per quanto alle "poltrone", ho semplicemente risposto con la mia opinione alla frase "qualche poltrona sarebbe già saltata" che, per i motivi che le ho detto qui sopra, è inevitabilmente riferita a me.

    La medesima opinione l'ho riportata, testuale e direttamente di persona, all'amico Livio Amato.
    Incluso il mio personale giudizio che le reazioni sue e della categoria che rappresenta si siano rivelate controproducenti.

    Faccio onestamente fatica a capire, cercando anche di fare autocritica, in che modo io sarei secondo lei "un qualunquista che non sa gestire una situazione da lui stesso creata".
    Che poi non c'è nulla da gestire e la "situazione" creata non so quale sia: Si tratta di un mercato comunale, come tanti altri, gente che vende, gente che compra.

    Che il tema venga "leggermente sorvolato" è vero, ma questo post riporta nel titolo "seconda parte", voleva ripetessi la prima?

    Spero di averle chiarito il mio pensiero, amico Anonimo, così come l'ho chiarito di persona con Livio Amato ed i titolari di pescherie che lui rappresenta, con pacatezza, buon senso e strette di mano.

    La ringrazio, infine, per avermi dato il suo voto e spero possa decidere di continuare a farlo, se se ne ripresenterà l'occasione.

    Se invece deciderà diversamente ne sarò dispiaciuto, ma continuerò a fare ciò che credo giusto e utile per i cittadini, con convinzione ed impegno, ascoltando tutti ma alla fine prendendo decisioni.

    Con la consapevolezza che per qualsiasi cosa uno faccia, ci sarà sempre qualcuno scontento. Ma questo, credo lo riconosca anche lei, è inevitabile per chiunque.

    Un cordiale saluto.

    RispondiElimina

Il blog di Paolo Rovis.
Notizie, opinioni, politica.
A Trieste e nel Friuli Venezia Giulia.