Richiedenti asilo afghani all'addiaccio nell'ex-Silos di Trieste. |
SOS profughi a Trieste. Come commisurare l'accoglienza secondo la capacità di praticarla in modo dignitoso e senza problemi sociali?
26 novembre 2015
A Trieste viene ospitato un numero di richiedenti asilo doppio rispetto alla soglia ritenuta da tutti praticabile senza problemi. Sono 871, dovrebbero essere circa 400.
Vengono gestiti dal Comune, attraverso una Convenzione stipulata con la Prefettura. Il Comune, a sua volta, stipula analoghe Convenzioni con le Associazioni che materialmente forniscono i servizi di accoglienza.
Quanti richiedenti asilo è previsto vengano gestiti attraverso le citate Convenzioni? La dicitura è: "nel limite dei posti disponibili".
Disponibili dove? Come? Quanti? Gli atti non lo specificano.
Dette Convenzioni scadono fra poco, a fine anno. Per le prossime, dal 1.1.16, ho proposto una cosa semplice, ma spero efficace: si sostituisca il vago concetto di "limite dei posti disponibili" con un numero preciso. Oltre al quale non si va. Perché non si può andare, non siamo in grado di farlo.
Così, raggiunta la soglia, eventuali esuberi, dopo una prima accoglienza, verrebbero giocoforza dirottati altrove. Perché sarebbe anche impedito il pagamento per servizi di accoglienza "modello SPRAR" prestati al di sopra del numero previsto nelle Convenzioni.
Inoltre, con tutta probabilità, si interromperebbe il tam-tam attraverso il quale chi fruisce dell'accoglienza "triestina" segnala ad altri richiedenti asilo di raggiungerli, data la qualità dei servizi resi (casi Silos e Rio Primario a parte, ovviamente). Il messaggio, anche mediatico, sarebbe: "non venite, qui siamo saturi e vi manderebbero altrove".
Quella proposta ieri è una misura fattibile subito, con efficacia già a partire dal 1 gennaio. Molto più concreta, precisa e rigorosa di continui e spesso inutili appelli a Governo e Regione. Sarebbe uno strumento con valore giuridico attraverso il quale riportare la situazione alla normalità.
Qui sotto, è possibile leggere e scaricare il testo della mozione urgente presentata ieri stamattina.
Vengono gestiti dal Comune, attraverso una Convenzione stipulata con la Prefettura. Il Comune, a sua volta, stipula analoghe Convenzioni con le Associazioni che materialmente forniscono i servizi di accoglienza.
Quanti richiedenti asilo è previsto vengano gestiti attraverso le citate Convenzioni? La dicitura è: "nel limite dei posti disponibili".
Disponibili dove? Come? Quanti? Gli atti non lo specificano.
Dette Convenzioni scadono fra poco, a fine anno. Per le prossime, dal 1.1.16, ho proposto una cosa semplice, ma spero efficace: si sostituisca il vago concetto di "limite dei posti disponibili" con un numero preciso. Oltre al quale non si va. Perché non si può andare, non siamo in grado di farlo.
Così, raggiunta la soglia, eventuali esuberi, dopo una prima accoglienza, verrebbero giocoforza dirottati altrove. Perché sarebbe anche impedito il pagamento per servizi di accoglienza "modello SPRAR" prestati al di sopra del numero previsto nelle Convenzioni.
Inoltre, con tutta probabilità, si interromperebbe il tam-tam attraverso il quale chi fruisce dell'accoglienza "triestina" segnala ad altri richiedenti asilo di raggiungerli, data la qualità dei servizi resi (casi Silos e Rio Primario a parte, ovviamente). Il messaggio, anche mediatico, sarebbe: "non venite, qui siamo saturi e vi manderebbero altrove".
Quella proposta ieri è una misura fattibile subito, con efficacia già a partire dal 1 gennaio. Molto più concreta, precisa e rigorosa di continui e spesso inutili appelli a Governo e Regione. Sarebbe uno strumento con valore giuridico attraverso il quale riportare la situazione alla normalità.
Qui sotto, è possibile leggere e scaricare il testo della mozione urgente presentata ieri stamattina.
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