- See more at: http://www.bloggerhow.com/2012/07/implement-twitter-cards-blogger-blogspot.html/#sthash.nOhSHGGv.dpuf

SICUREZZA A TRIESTE. I POLIZIOTTI SONO DAVVERO TROPPO POCHI?




21 ottobre 2015

SICUREZZA A TRIESTE. I POLIZIOTTI SONO DAVVERO TROPPO POCHI?
Alcuni dati dimostrerebbero che le Forze dell'Ordine patiscono diversi problemi, ma fra questi non c'è quello del numero di operatori.

Trieste è una città poco sicura? Servono più agenti delle Forze dell'Ordine?

Il tema è spesso oggetto di visioni, anche politiche, opposte. A destra e dal SAP (sindacato vicinissimo alla Lega Nord) si chiedono a gran voce più agenti in servizio, ché quelli attuali sarebbero insufficienti per far stare tranquilli i cittadini. Dall'altra parte, la sinistra e altre sigle sindacali sostengono che va tutto bene e che la criminalità non è un problema maggiore di quanto lo sia stato in passato.

Il tema è stato anche oggetto di trattazione in un recente Consiglio comunale. Presenti alcune sigle sindacali di Polizia, le quali hanno però svolto analisi diametralmente opposte.

Questo blog, com'è consuetudine, prova a fornire al lettore alcuni dati oggettivi. Affinché l'opinione si possa formare liberamente, senza tentativi di condizionamento di parte. In aggiunta, alcune considerazioni finali che, invece, sono frutto di quanto, soggettivamente, acquisito sul tema.

In Italia operano, nel 2015, circa 305mila agenti divisi in cinque differenti corpi: Carabinieri (105 mila), Polizia (95 mila), Guardia di finanza (60mila), Polizia penitenziaria (38 mila), Corpo forestale dello Stato (circa 8mila). 

Un agente ogni 197 abitanti, una percentuale fra le più alte d'Europa. In Germania, per fare un paragone, la densità è inferiore di oltre il 50%: un tutore dell'ordine ogni 330 abitanti. In Norvegia 1 ogni 600. E Germania e Norvegia non sono certo Terzo Mondo. Appare chiaro, quindi, un primo fatto oggettivo: più agenti, in assoluto, in Italia non servono.

Si, ma a Trieste? Secondo la UIL Polizia, nella nostra provincia operano 2750 agenti (Polizia Locale esclusa). "Siamo l'area più militarizzata d'Italia" sostiene il sindacato confederale. E in effetti, se il numero fornito è corretto, si evince che nel territorio triestino contiamo un agente ogni 85 abitanti! Più del doppio della media nazionale. Verrebbe da dire, in base all'informazione della UIL, che siamo tutelati in misura di gran lunga maggiore di ogni altro cittadino italiano ed europeo.

Ma allora, il "problema sicurezza", dove starebbe? Secondo il SAP, in città mancherebbero 200 agenti. Dato ricavato dalle piante organiche che però, si scopre, alcune risalgono al 1989, epoca di Guerra Fredda e spie venute dall'Est. In particolare, viene denunciata la perdita di 150 agenti della Polizia di Frontiera. Ma non da oggi, bensì dal 2007, cioè da quando il confine con la Slovenia è stato aperto ed è a libero transito a seguito dell'applicazione degli accordi di Schengen. È ovvio che prima di tale data, quando serviva presidiare tutti i valichi 24 ore su 24, c'era bisogno di personale dedicato. Ed è altrettanto ovvio che, venuto meno l'obbligo del presidio, gli agenti abbiano terminato la loro funzione specifica.

Cercando di applicare il saggio principio "in medio stat virtus" alle opposte tesi, potremmo quindi concludere che a Trieste l'organico complessivo di Forze dell'Ordine dovrebbe essere, quantomeno, bastante alle necessità.

Quindi va tutto bene? La risposta è no. 

E anche questa deriva da alcune statistiche secondo le quali circa il 40% del personale disponibile sarebbe impiegato in compiti "tecnico-logistici". Tradotto, significa solo 6 poliziotti su 10 calcano le nostre strade, gli altri negli uffici. Anche qui, sembriamo lontani dalle medie europee dove il rapporto è molto più favorevole verso il servizio operativo.
Ancora. La frammentazione eccessiva - 5 corpi - va a scapito dell'efficienza. E il coordinamento interforze sembra lasci spesso troppo spazio a confusione e sovrapposizione di competenze quando non a vera e propria concorrenzialità. Sempre a scapito dell'efficienza e della capillarità di presenza sul territorio.
C'è poi un problema di età media, che si aggira sui 46 anni. Troppo elevata, a causa dei turnover bloccati.
Infine, le dotazioni e i mezzi assegnati appaiono obsoleti e non sempre all'altezza delle necessità operative e di sicurezza per gli stessi Agenti.

Alla luce di quanto esposto, quali azioni politiche sarebbero perciò opportune a sostegno degli Operatori della Sicurezza e, di conseguenza, a favore di una maggiore sicurezza reale e percepita per i cittadini?
  • Sollecitare l'accorpamento in un minor numero di Organi di Polizia. Meno poltrone dirigenziali, maggiore efficienza nel presidio dei territori.
  • Svecchiare gli organici attraverso la riattivazione, anche parziale, dei turnover bloccati.
  • Ridurre la burocrazia (questo vale in generale, per tutti i settori), così da poter spostare gli idonei dagli uffici alle strade.
  • Utilizzare i risparmi derivanti dalla razionalizzazione delle dirigenze, per l'acquisto di dotazioni moderne, tecnologiche ed efficaci. Per migliorare le condizioni di lavoro dei nostri Agenti, la loro e la nostra sicurezza personale.
Probabilmente non servono più poliziotti. Servono poliziotti impiegati e attrezzati meglio, più gratificati, più giovani, più tutelati nel loro importante e delicato lavoro.


P.S. Quanto riportato come considerazioni soggettive è aperto al contributo di tutti, soprattutto di professionisti del settore. Io ho cercato di sintetizzare quanto desunto da esperienze riportatemi e documenti reperiti. Ma, come sempre, sarò grato a chi, sapendone di più, integrerà il quadro con la propria opinione.

I dati riportati hanno come fonti, ove non indicato, Eurostat, Ministero Interni, reportage giornalistici di testate registrate.
Share on Google Plus

About Paolo Rovis

    Blogger Comment
    Facebook Comment

0 commenti:

Posta un commento

Il blog di Paolo Rovis.
Notizie, opinioni, politica.
A Trieste e nel Friuli Venezia Giulia.