- Quali iniziative sono in atto – presso i futuri acquirenti o altri soggetti - per salvaguardare la specificità e l’unitarietà aziendale e territoriale dell’azienda Cooperative Operaie di Trieste, Istria e Friuli?
- Lo storico marchio, l’organizzazione aziendale, le reti di forniture locali verranno mantenute?
- Quali garanzie ritiene di poter ottenere in ordine al mantenimento dei posti di lavoro e dell’indotto locale?
- Quali garanzie ritiene di poter ottenere in ordine al ripristino della disponibilità delle somme investite nel prestito sociale?
Queste le domande che ho rivolto al sindaco Cosolini in un'interrogazione a risposta scritta (vedi testo completo più sotto).
Perché, oltre ai passaggi già noti e che attengono alle procedure di legge, la vicenda deve trovare risposte anche di natura politica. Se le future, attese acquisizioni consentiranno infatti di "salvare il salvabile", la prospettiva concreta è la cancellazione di un'altra storica azienda triestina, fatta a pezzettini e ridotta a null'altro che a una propaggine di una rete vendita di dimensione nazionale. Con nessuna autonomia, nessuna specificità.
L'auspicio è invece che i nuovi proprietari acquisiscano e subentrino nella gestione, ma mantengano marchio, posti di lavoro, reti di vendita e di acquisti locali. E che quindi la politica locale si impegni a esercitare fino in fondo il suo ruolo a difesa dell'economia del proprio territorio.
Diversamente, comunque vada l'operazione di salvataggio, la vicenda Coop si dovrà aggiungere al già lungo e triste elenco delle storiche aziende triestine che non esistono più.
Il testo dell'interrogazione. Clicca per ingrandire. |
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