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IPOCRISIA DEMOCRATICA: ASSESSORI UDINESI DEL PD RINUNCIANO A COMPENSI. BEL GESTO? NO, UNA FINTA: NON POTEVANO PIÙ PERCEPIRLI PER LEGGE.

Gli assessori udinesi e neo-parlamentari Coppola e Malisani.
La storia sembrerebbe quasi commovente. Due assessori della giunta Honsell (Comune di Udine) che, diventati parlamentari, compiono il gran gesto: la rinuncia immediata alle proprie indennità da amministratori locali. In epoca di attenzione ai "costi della politica" il tema è forte e va cavalcato. Ecco perciò subito il comunicato Ansa che enfatizza un sì raro atto di generosità.

11:11 - comuni: udine; coppola e malisani rinunciano a indennita'
(ANSA) - UDINE, 19 MAR - Gli assessori comunali all' Innovazione Paolo Coppola e alla Gestione Urbana, Gianna Malisani, recentemente eletti alla Camera dei Deputati a palazzo Montecitorio, manterranno le deleghe di assessore fino a scadenza di mandato, ma gia' da oggi hanno rinunciato alla loro indennita' di assessore. Lo rende noto il sindaco Furio Honsell segnalando che i due onorevoli hanno consegnato stamani la rinuncia a percepire l'indennita' anche come assessori pur continuando a lavorare nella giunta comunale. ''Un gesto che ho molto appezzato - ha detto il sindaco Honsell - perche' e' cosi' che si dimostra, nei fatti non solo a parole, l'onesta' che ha sempre contraddistinto questa amministrazione''. (ANSA). DO/SM 


Così si dimostra l'onestà, afferma tronfio il sindaco nell'apprezzare il gesto. Onesti, certo. Ma il loro non è un atto liberale. Non l'avessero compiuto, sarebbero state grane grosse. Per i due assessori/parlamentari e per il sindaco.

Perché la rinuncia all'indennità comunale, altro non è che un atto dovuto ed espressamente previsto per legge.Legge regionale 11 novembre 1996, n. 46 
Norme in materia di indennità agli amministratori locali. 
Articolo 14 
(Divieto di cumulo fra indennità di carica) 
1. Le indennita' di carica degli amministratori degli enti locali, oltre a non poter essere cumulate con le indennita' spettanti ai componenti delle Camere, del Parlamento europeo e del Consiglio regionale, non sono cumulabili tra loro.

Ma allora, dove stanno la generosità, il bel gesto, la rinuncia? Da nessuna parte: la rinuncia a ciò di cui non si ha più diritto non costituisce, per definizione, rinuncia alcuna. Si sono semplicemente attenuti alla legge. Dovrebbe essere la normalità, non l'occasione per un roboante annuncio a mezzo stampa. 
I due neo-onorevoli lasciano nelle casse comunali circa 3mila euro al mese per riceverne, da quelle statali, oltre 13mila. Avrebbero potuto farsi bastare questo notevole, personale miglioramento economico. 
Invece no: hanno voluto strafare. 
Aggiungendo ai 10mila euro mensili in più che percepiranno, un'ipocrita presa in giro nei confronti dei cittadini.
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