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CAPOGRUPPO M5S COMUNE DI TRIESTE: "ROBERTA LOMBARDI HA DETTO UNA CAZZATA COLOSSALE".

Il post di Menis su Facebook, pubblicato il 26 marzo.
ROBERTA LOMBARDI, CAPOGRUPPO M5S ALLA CAMERA, HA BLOCCATO IL PAGAMENTO DI 40 MILIARDI DA PARTE DELLO STATO ALLE IMPRESE CREDITRICI.

"È UNA PORCATA, BASTA REGALI ALLE BANCHE" AFFERMA CON SICUMERA LA GRILLINA IN CORO CON IL SENATORE STELLATO VITO CRIMI.

MA NON HANNO CAPITO NULLA, PRENDONO FISCHI PER FIASCHI E SE NE VANTANO PURE. 

COSÌ IL LORO COLLEGA DI PARTITO TRIESTINO LO FA NOTARE PUBBLICAMENTE, SENZA GIRI DI PAROLE.

Nonostante sia stata bersaglio di infinite e ruvide critiche, la capogruppo grillina alla Camera Roberta Lombardi anche oggi insiste: no ai soldi per pagare le imprese creditrici dello Stato, stanziati tramite un rapido decreto legge che, secondo il suo "autorevole" giudizio, sarebbe "una porcata". Sentenziando dal mondo fatato in cui vive, la signora Lombardi vorrebbe che le nostre aziende ormai al collasso ricevessero quanto loro spetta, semmai, solo dopo un lunghissimo e incerto iter parlamentare. Roba che non avrebbero osato proporre nemmeno i capicorrente della Prima Repubblica di trent'anni fa.
Della sconfortante vicenda avevo dato ampio resoconto già ieri, denunciando i danni che gli adepti di Grillo stavano causando, nel seguitissimo post che trovate a questo link.

Ma, grazie a Dio, non tutti i grillini possono vantare l'ignoranza di cui l'onorevole Lombardi fa sfoggio. Per qualcuno che vive nel mondo reale, pagare le imprese facendo transitare i soldi attraverso il sistema bancario non significa certo fare un "regalo alle banche". Nessuna porcata, insomma, come invece ottusamente ritiene la citata seguace di Grillo assieme al suo omologo al Senato, Vito Crimi.

È infatti il capogruppo del Movimento 5 Stelle al Comune di Trieste, Paolo Menis, a rendersi conto che la sua compagna di partito sta delirando. "Ha preso un granchio grande come un elefante" è l'iniziale e bonaria metafora faunistica di Menis. 
Che però, poco dopo, non si trattiene più. E a chi ancora continua a difendere l'indifendibile Lombardi, il capogruppo triestino risponde con un lessico che non si presta a interpretazioni: il ragionamento dell'onorevole grillina "è una cazzata colossale".


Ancora Menis, sotto il medesimo post, risponde a un commentatore.

Due considerazioni. 

La prima, che non tutti i grilli vengono per nuocere. A fronte dei tanti che hanno affittato il cervello a Casaleggio, che si fanno incantare dalla urla sconclusionate di Grillo, che delirano di microchip sottocutanei, che se la spassano in Parlamento come fossero al ricreatorio senza capire un'acca di cosa stiano facendo, c'è anche chi ragiona con la propria testa, non si fa condizionare più di tanto e possiede la non frequente onestà intellettuale di riconoscere pubblicamente quando qualcuno dei "suoi" sbaglia.

La seconda, che chi, oltre a possedere capacità di ragionamento, ha maturato un po' di esperienza con l'amministrazione della cosa pubblica, se ne sta obbligatoriamente relegato in ruoli minori. Ad assurgere a incarichi importanti a livello nazionale, a guidare il gruppo parlamentare del secondo partito italiano, ci vanno invece due come Roberta Lombardi e Vito Crimi, incapaci anche solo di comprendere il significato di un semplice testo scritto, impreparati, imbottiti della presunzione tipica del mediocre apprendista che ritiene di saperne di più dell'esperto carpentiere.

Ma, a dire il vero, quest'ultima considerazione non riguarda solo il Movimento 5 Stelle. Non mancano purtroppo gli esempi, a vari livelli, che ne giustificano l'estensione anche agli altri partiti. Da destra a sinistra. Tutti, nessuno escluso.
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