Verità per il Tram di Opicina.
L'amato mezzo di trasporto triestino è fermo da oltre un anno. Lo scaricabarile delle responsabilità non è accettabile. I Triestini, veri proprietari del Tram, hanno diritto di conoscerne il destino.
24 settembre 2017
Una lucida opacità. L'ossimoro si presta perfettamente a definire il quadro sul Tram di Opicina, tratteggiato ieri sul quotidiano Il Piccolo dalla precisa penna di Gianpaolo Sarti.
La vicenda è nota. Il caratteristico mezzo triestino è fuori servizio dall'ormai lontano 16 agosto 2016. Data in cui due vetture si scontrarono frontalmente per cause ancora da accertare. I danni materiali furono ingenti, per fortuna nessuno rimase ferito gravemente.
La coppia di tram venne sottoposta alle non semplici riparazioni del caso e a oggi sono di nuovo perfettamente funzionanti e sarebbero in grado di riprendere il servizio. Infatti, alle continue e comprensibili sollecitazioni dei triestini, sono state fornite più volte rassicurazioni sull'imminenza della ripresa delle corse, con tanto di date e impegni. Puntualmente disattesi.
Perché il problema non sta nelle vetture, ma nella linea. Per mesi la versione ufficiale è stata che tutto dipende da un'autorizzazione che non arriva, per la quale è competente l'Ustif.
Acronimo di "Ufficio speciale trasporti a impianti fissi", l'Ustif è un organismo periferico del Ministero Infrastrutture e Trasporti. Un soggetto ideale cui scaricare ogni responsabilità: misconosciuto e romano. Maledetta burocrazia lenta e inefficace, insomma.
L'Ustif, a opere eseguite, si occupa di "esecuzione verifiche e prove funzionali, d'intesa con la direzione generale per il trasporto pubblico locale, per l'emissione del nulla osta, ai fini della sicurezza, per l'apertura al pubblico e l'esercizio dell'impianto".
Tanto lontano non è, perché competente è la Direzione Generale Territoriale del Nord-est, con sede a Venezia.
E non è nemmeno lento. Per legge, conclude gli iter di propria competenza entro 60 giorni.
Ma l'Ustif, finora, quale parte ha avuto nella vicenda del Tram? Si sa che ha collaborato con il Comune per effettuare un'opportuna verifica dello stato della linea. Cosa che il Comune ha eseguito, affidandosi a un consulente e, sembra, a due società esterne.
Il risultato è che sono emersi interventi cospicui da effettuare, per poter garantire la sicurezza.
Normalmente, gli specialisti redigono perizie, individuano gli interventi da effettuare per rispettare le norme vigenti in materia di trasporto tranviario e consegnano il tutto al proprietario, ovvero al Comune di Trieste.
Che sviluppa la progettazione e la invia all'Ustif, la quale "rilascia il nulla osta tecnico ai fini della sicurezza, su progetti di opere, impianti o parte di essi, con soluzioni note all'U.S.T.I.F. o già favorevolmente sperimentate o tipizzate, sempre che non risultino necessarie deroghe alla normativa", così come stabilisce la legge 753/1980.
Anche in questa fase, la tempistica da rispettare per legge è di 60 giorni.
Sarebbe da chiarire, pertanto, se e quando il Comune ha inviato tale documentazione all'organo autorizzativo. Il progetto, sul quale l'Ustif deve rilasciare il nulla-osta, c'è? Si può vedere?
Perché all'Ustif non risulta pervenuta una progettazione sulla sistemazione della linea del Tram di Opicina. Quindi, come stanno le cose davvero?
La Regione c'entra nella misura in cui è titolare del servizio di Trasporto Pubblico Locale su gomma, marittimo e su ferro. Un servizio che la stessa finanzia con 130 milioni di euro l'anno, di cui 50 per Trieste e territorio dell'ex Provincia. Denari che coprono i costi per circa il 70% (il rimanente deriva da biglietti e abbonamenti) e che finanziano anche il costoso ma irrinunciabile servizio del Tram di Opicina.
Le competenze regionali finiscono qui. I mezzi di trasporto, il materiale rotabile, le infrastrutture stradali e ferroviarie sono, ovviamente, a cura dei rispettivi proprietari.
Sulla vicenda del Tram di Opicina abbiamo finora letto e sentito versioni diverse e contrastanti fra loro. Dove ognuno attribuisce responsabilità a qualcun altro. Eppure fare chiarezza non è difficile. Basterebbe questo:
- Conoscere esito e data di consegna delle perizie affidate dal Comune di Trieste agli esperti.
- Conoscere contenuti e data di invio della documentazione, anche progettuale, all'Ustif territorialmente competente.
- Conoscere stima dei lavori da effettuare e cronoprogramma di massima.
Il Tram di Opicina è un patrimonio inestimabile di tutti i Triestini. I quali hanno il diritto di avere totale chiarezza. E i pubblici amministratori hanno il dovere di fornirla. Le risposte da dare sono semplici e non includono propaganda politica o demagogia. Basta dire la verità.
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