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1° MAGGIO 2016 A TRIESTE: NO A SIMBOLI TRAGICI, SIA VERA FESTA DEL LAVORO.

Una parte del corteo del 1° Maggio 2015 a Trieste.
1° MAGGIO 2016: NO A SIMBOLI TRAGICI, SIA VERA FESTA DEL LAVORO.


11 aprile 2016

Prevenire è meglio di curare. Cerchiamo vengano evitate, anche durante la celebrazione del Primo Maggio di quest'anno a Trieste, le pagliacciate offensive di figuri indossanti la bustina con la stella rossa e sventolanti tristi vessilli titini.

Abbiamo presentato stasera la mozione che potete leggere qui di seguito e scaricare in formato pdf. Affinché il Primo Maggio sia null'altro che la Festa del Lavoro e, finalmente, di tutti i Lavoratori. Di ogni parte politica.

Affinché gli incubi del passato non sfilino in piazza, ma rimangano ben chiusi nelle teste di quei pochi che, ancor oggi, vorrebbero riaprire ferite e perpetuare sofferenze.

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COMUNE DI TRIESTE
IL CONSIGLIO COMUNALE

MOZIONE URGENTE
proposta dai Consiglieri

PAOLO ROVIS, ALESSIA ROSOLEN, FRANCO BANDELLI, ROBERTO ANTONIONE 

PREVENIRE E IMPEDIRE L'ESPOSIZIONE DI SIMBOLI DELL'EX­JUGOSLAVIA
DURANTE LA CELEBRAZIONE DELLA FESTA DEL LAVORO DEL 1° MAGGIO 2016


Il Consiglio comunale di Trieste,
ricorda che in occasione della celebrazione della Festa del Lavoro, il prossimo 1° maggio 2016, si svolgerà il tradizionale corteo con comizio finale in piazza Unità d'Italia, curato dalle Organizzazioni Sindacali di Trieste;
ricorda che, lo scorso anno, alla manifestazione presero parte gruppi di persone recanti simboli e vessilli privi di qualsivoglia attinenza con la Festa dei Lavoratori;
in particolare, suscitò profondo sdegno l'ostentazione della bandiera della disciolta Repubblica Federativa Socialista di Jugoslavia, retta da figuri con il capo coperto dalle bustine dell'esercito di Tito;
ricorda che la maggior parte delle forze politiche di Trieste ha compiuto sforzi notevoli, nell'ultimo decennio, per superare, senza dimenticarle, le tragedie del Novecento che hanno devastato anima e corpo della nostra città;
ritiene che, al contrario, l'arrogante esibizione di simboli protagonisti di quelle tragedie, in una manifestazione istituzionale, costituisca un pericoloso segnale di regresso civile, culturale, politico;
sottolinea come l'apologia della dittatura titina rechi offesa e insulto alla città di Trieste e alle genti che, in nome del regime jugoslavo, hanno subito persecuzioni, violenze, morti, iniziate proprio il 1° maggio 1945 e conclusesi dopo quaranta giorni di assassinii, barbarie e infoibamenti;
ritiene che la presenza, durante la Festa del Lavoro, di tali inquietanti simboli sia anche irrispettosa di tutti i lavoratori liberi, alla cui legittima ricorrenza è stata “imposta” una inaccettabile strumentalizzazione;
e ritiene che la bandiera jugoslava e i personaggi che il 1° maggio dello scorso anno la esibirono, abbiano offeso anche la memoria di quei 2000 lavoratori operai comunisti che, nell'immediato dopoguerra, partirono da Monfalcone per raggiungere la Repubblica di Tito, attratti dal mito del socialismo reale, e finirono, invece, internati da innocenti nel gulag di Goli Otok, sul cui pennone garriva la medesima bandiera esibita a Trieste per la Festa dei lavoratori;
per tali ragioni, il Consiglio comunale di Trieste
INVITA IL SINDACO
ad adottare i provvedimenti in suo potere per evitare che anche il 1° maggio di quest'anno compaiano, lungo vie e piazze di Trieste, simboli e personaggi che si richiamano all'ex Jugoslavia e alla dittatura titina;
a invitare preventivamente gli organizzatori della manifestazione ad attuare la necessaria vigilanza affinché la celebrazione della Festa del Lavoro non venga infiltrata da tali provocatori e a sensibilizzare in tal senso le Forze dell'Ordine;
a dissociarsi con fermezza ed esprimere immediata e netta condanna a nome del Comune di Trieste se i tentativi di infiltrazione descritti dovessero venire messi in atto.



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