7 gennaio 2015
Al netto del vivace dibattito in corso sulle modalità di recupero del Porto Vecchio, c'è un tema che pende da vent'anni e che riguarda un prezioso istituto giuridico specifico della nostra città: il regime del Porto Franco.
Che, ricordiamo, è vigente, operativo e sfruttato da operatori e terminalisti nel Porto Nuovo, nello Scalo Legnami, al Terminal Petroli e nel Porto Vecchio, dove viene utilizzato solo nell'AdriaTerminal.
La legge 84/94 sui Porti, nel riconoscere la specificità triestina, prevede l'emanazione di un decreto ministeriale che ne sancisca le modalità di gestione amministrativa. Un atto utile a dare certezze operative ai fruitori dello status agevolativo, ma anche uno strumento attraverso il quale poter certificare gli effettivi benefici derivanti dal regime di Porto Franco che, volendo attenersi puntualmente al dettato da cui deriva (l'Allegato VIII, punti 1-20 del Trattato di Pace), potrebbero anche essere maggiori di quelli finora applicati.
Un tema che, politicamente, dovrebbe unificare tutte le forze politiche locali.
Perché la vicenda che, sperabilmente, porterà a effettuare scelte sul sedime del Porto Vecchio (indipendentemente da quali queste saranno), è altro rispetto a uno strumento giuridico che riguarda principalmente le altre aree del Porto di Trieste, per complessivi 1,8 milioni di mq. di banchine, piazzali, magazzini.
Perché la vicenda che, sperabilmente, porterà a effettuare scelte sul sedime del Porto Vecchio (indipendentemente da quali queste saranno), è altro rispetto a uno strumento giuridico che riguarda principalmente le altre aree del Porto di Trieste, per complessivi 1,8 milioni di mq. di banchine, piazzali, magazzini.
Ho pertanto presentato una mozione che impegni il Sindaco a riunire tutti i parlamentari eletti nella nostra Regione, di tutte le forze politiche, affinché a loro volta esercitino sul Governo le pressioni necessarie all'emanazione del decreto.
Un testo analogo, rivolto alla Presidente Bassa Poropat, è stato presentato dall'amico e collega Claudio Grizon, capogruppo del PdL in Provincia di Trieste.
L'obiettivo è di produrre azioni positive e utili per il nostro territorio e per chi vi lavora, attraverso temi che uniscono le forze politiche e che dovrebbero vedere, almeno su questo, una città muoversi compatta.
Il tempo delle divisioni e delle guerre per bande, che ha causato innumerevoli ritardi allo sviluppo di questa città, ci auguriamo lasci il posto a una diffusa costruttività.
Legittimo e naturale che vi siano opinioni diverse e contrastanti su argomenti forti, ma poi vi è l'obbligo della sintesi.
Come quella già trovata nel 2007 proprio sulla Variante al Piano Regolatore del Porto Vecchio. Quando tutte le forze politiche, da destra a sinistra, espressero all'unanimità lo stesso voto favorevole.
Di seguito, il testo della mozione.
_____________________
Comune di Trieste - Mozione 02/2015
Decreto sull'organizzazione amministrativa per la gestione dei Punti Franchi di Trieste.
Il Consiglio comunale di Trieste,
preso atto che la legge 28 gennaio 1994, n. 84 del 1994, avente per oggetto “Riordino della legislazione in materia portuale” è attualmente in vigore e che la stessa prevede, all'art. 6, comma 12, secondo capoverso, che “Il Ministro dei Trasporti e della Navigazione, sentita l'Autorità Portuale di Trieste, con proprio decreto stabilisce l'organizzazione amministrativa per la gestione di detti Punti Franchi (di Trieste, ndr)”;
appurato che, da allora e per insondabili motivi, tale decreto non è mai stato emanato;
appurato altresì che, già nel 1996, il ministro competente Burlando aveva predisposto un testo regolamentare, in ottemperanza al disposto legislativo citato, e che quindi la parte di analisi normativa e amministrativa dovrebbe essere già stata svolta;
ritenuto che l'assenza di una puntuale regolamentazione amministrativa sia di nocumento all'efficace ed estensiva applicazione delle misure agevolative proprie del regime di Porto Franco di Trieste;
ritenuto altresì che sia necessario, anche in ragione della presenza di una forte concorrenza nazionale ed europea, dare certezze giuridiche agli operatori portuali in ordine agli strumenti di vantaggio a loro disposizione nei Punti Franchi di Trieste;
ricordato che i Punti Franchi di Trieste si estendono su aree per complessivi 1,8 milioni di mq. e che quelli oggi utilizzati sono situati nel Porto Nuovo, nello Scalo Legnami, nel Terminal Petroli e nel Porto Vecchio limitatamente al comprensorio dell'AdriaTerminal;
invita il Sindaco
a coinvolgere tutti i parlamentari eletti nella Regione Friuli Venezia Giulia affinché sollecitino il Governo nazionale ad emanare il decreto di cui all'oggetto, ovvero, qualora l'annunciata riforma della legge 84/94 dovesse venire attuata, a mantenere in legge il riconoscimento della specificità del regime di Porto Franco di Trieste, emanando contestualmente il relativo regolamento.
Paolo Rovis
Il tempo delle divisioni e delle guerre per bande, che ha causato innumerevoli ritardi allo sviluppo di questa città, ci auguriamo lasci il posto a una diffusa costruttività.
Legittimo e naturale che vi siano opinioni diverse e contrastanti su argomenti forti, ma poi vi è l'obbligo della sintesi.
Come quella già trovata nel 2007 proprio sulla Variante al Piano Regolatore del Porto Vecchio. Quando tutte le forze politiche, da destra a sinistra, espressero all'unanimità lo stesso voto favorevole.
Di seguito, il testo della mozione.
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Comune di Trieste - Mozione 02/2015
Decreto sull'organizzazione amministrativa per la gestione dei Punti Franchi di Trieste.
Il Consiglio comunale di Trieste,
preso atto che la legge 28 gennaio 1994, n. 84 del 1994, avente per oggetto “Riordino della legislazione in materia portuale” è attualmente in vigore e che la stessa prevede, all'art. 6, comma 12, secondo capoverso, che “Il Ministro dei Trasporti e della Navigazione, sentita l'Autorità Portuale di Trieste, con proprio decreto stabilisce l'organizzazione amministrativa per la gestione di detti Punti Franchi (di Trieste, ndr)”;
appurato che, da allora e per insondabili motivi, tale decreto non è mai stato emanato;
appurato altresì che, già nel 1996, il ministro competente Burlando aveva predisposto un testo regolamentare, in ottemperanza al disposto legislativo citato, e che quindi la parte di analisi normativa e amministrativa dovrebbe essere già stata svolta;
ritenuto che l'assenza di una puntuale regolamentazione amministrativa sia di nocumento all'efficace ed estensiva applicazione delle misure agevolative proprie del regime di Porto Franco di Trieste;
ritenuto altresì che sia necessario, anche in ragione della presenza di una forte concorrenza nazionale ed europea, dare certezze giuridiche agli operatori portuali in ordine agli strumenti di vantaggio a loro disposizione nei Punti Franchi di Trieste;
ricordato che i Punti Franchi di Trieste si estendono su aree per complessivi 1,8 milioni di mq. e che quelli oggi utilizzati sono situati nel Porto Nuovo, nello Scalo Legnami, nel Terminal Petroli e nel Porto Vecchio limitatamente al comprensorio dell'AdriaTerminal;
invita il Sindaco
a coinvolgere tutti i parlamentari eletti nella Regione Friuli Venezia Giulia affinché sollecitino il Governo nazionale ad emanare il decreto di cui all'oggetto, ovvero, qualora l'annunciata riforma della legge 84/94 dovesse venire attuata, a mantenere in legge il riconoscimento della specificità del regime di Porto Franco di Trieste, emanando contestualmente il relativo regolamento.
Paolo Rovis
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