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LA VITA REALE CHE DAI PALAZZI NON VEDONO. O CHE FINGONO DI NON VEDERE.

Cofferati lascia il PD. La legge elettorale. Il Patto del Nazareno. Il Presidente della Repubblica. Propagande e demagogie quotidiane per un punto in più nel prossimo sondaggio. Le riforme. È colpa di Berlusconi, è colpa dei comunisti.

Fumo. Poi c'è la vita reale. Questa. Che spezza le gambe e fa a brandelli l'anima. E che dai palazzi ovattati della politica e della finanza non vedono. O, meglio, fingono di non vedere.

Quanto segue è un post apparso su Facebook, aperto a tutti. Pubblicato da una negoziante triestina che, con amarezza, ritiene di avere perso la sua scommessa. Non è così. La sua dignità e il suo coraggio hanno vinto. Stravinto. 

Esce sconfitto chi non si è mai messo in gioco. Chi dopo avere letto questo post non si sarà fermato a riflettere. Chi non si sarà sentito a disagio. Chi, nel suo agire quotidiano, non fa nulla affinché storie come questa non siano così dannatamente frequenti.





Questo è il mio negozio. 
Qui ho riso, ho pianto, ho imprecato, ho amato, baciato, accarezzato. Qui ho tenuto tra le mie mani e manine, ho giocato a nascondino e a macchinine, qui ho ascoltato storie di gioia e di dolore. 
Ho detto ed ascoltato parole di conforto, rabbia, disperazione, morte e vita. Ho ricevuto ed elargito consigli richiesti e non richiesti. Qui ho ballato con le mie amiche cubane che venivano a darmi ripetizioni di salsa. Qui ho mandato IMDSM perchè ogni giorno si presentava qualcuno degno di andarci; qui ho ricevuto e regalato sorrisi, abbracci, strette di mano e carezze.  
Qui ho sputato sangue ogni giorno della mia vita per tre anni.  
Ho raccolto cocci, incollato, incartato sogni e promesse. Qui sono caduta e mi sono rialzata mille mille volte, combattente, guerrigliera armata fino ai denti. Qui mi sono innamorata e ho fatto innamorare. Ho odiato tanto da scoppiare. 
Ho gridato maledetti, non mi avrete. Avrei pregato se solo avessi saputo chi pregare. 
Questo posto mi ha dato tanto: mi ha dato Eva, pura preziosa gemma trasparente; mi ha dato Daniela, splendida ottantenne; Enza e la sua fallita missione di convertirmi; mi ha dato Viki, ironica russa meraviglia, mi ha dato Nini e la sua gioia; Chiara piccolo pulcino di 4 anni che tutti i sabati mattina veniva ad offrirmi un fiorellino del suo giardino; i caffè di Lorena e i disperati abbracci di Anna; mi ha dato Enza, coraggiosa intelligenza che oggi si scalda al sole brasileiro; mi ha dato Zuara e le sue enormi borse di radicchio trevisano; mi ha dato Magda , spettacolo albanese, e Lona e la sua gravidanza in seconda persona; mi ha dato Giuly le sue risate e la sua voce d'argento, e poi Michi, Daniela, Paola, Anna, Rossella, Serena, Steffi, Rachele, Francesca, il dottore iraniano e la sua Signora, amiche conoscenti sorelle. A volte un po' madri, a volte un po' figlie. Mi ha riportato Maurizio, dono della matura età, il mio cielo. 
Domani MammaMia chiuderà per sempre.  
Vittima di un fisco impietoso, in balìa di richieste di pigioni stellari, arrancando sulla salita di bollette stratosferiche e decine di obblighi economici da rispettare, nell'arido deserto dell'esiguità di incassi.  
Stritolata tra scadenze, dichiarazioni e minacce, per loro non sono che un conto in rosso. Una attività improduttiva. Avanti un altro.

Addio Anna, Enza, Minni, Sara, Sofia, Marta, Cristina. 
Ho scommesso tutto, e ho perso. 
Paola Metellini, Trieste
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