FESTA DEL FRIULI E DISCRIMINAZIONI IDENTITARIE: SPECCHIO DI UNA POLITICHETTA REGIONALE INCONCLUDENTE.
Paolo Rovis: “Se c’è un’identità da valorizzare e portare a modello in questa Regione artificiale, è proprio quella triestina.”
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Trieste, 4 aprile 2015
“Basta umiliare Trieste! Dopo alcune istituzioni friulane, ora a denigrare i Triestini si aggiungono perfino certi politici della nostra città. E questo è intollerabile.”
Non usa mezzi termini Paolo Rovis, capogruppo Pdl in Comune di Trieste e coordinatore Ncd della provincia giuliana, dopo le dichiarazioni dell’assessore regionale Torrenti (PD) apparse oggi sul Messaggero Veneto ("Solo friulani e sloveni hanno un’identità”).
“Se c’è un’identità da valorizzare e portare a modello in questa Regione artificiale, è proprio quella triestina.” - sostiene Rovis, ricordando che "Trieste possiede connotati precisi e unici, formatisi nei secoli con confluenze di popoli, etnie, culture di mezza Europa. Mentre altri escludevano, chiudendosi nei propri piccoli ambiti settari ed erigendo barriere linguistiche, Trieste si apriva e si apre al mondo, da cui ricava linfa ed esperienze.
“Basta umiliare Trieste! Dopo alcune istituzioni friulane, ora a denigrare i Triestini si aggiungono perfino certi politici della nostra città. E questo è intollerabile.”
Non usa mezzi termini Paolo Rovis, capogruppo Pdl in Comune di Trieste e coordinatore Ncd della provincia giuliana, dopo le dichiarazioni dell’assessore regionale Torrenti (PD) apparse oggi sul Messaggero Veneto ("Solo friulani e sloveni hanno un’identità”).
“Se c’è un’identità da valorizzare e portare a modello in questa Regione artificiale, è proprio quella triestina.” - sostiene Rovis, ricordando che "Trieste possiede connotati precisi e unici, formatisi nei secoli con confluenze di popoli, etnie, culture di mezza Europa. Mentre altri escludevano, chiudendosi nei propri piccoli ambiti settari ed erigendo barriere linguistiche, Trieste si apriva e si apre al mondo, da cui ricava linfa ed esperienze.
Se un assessore regionale alla Cultura, per di più triestino, non ritiene che anche questa si chiami identità, - e di tutte le identità è la più dinamica e salutare, - forse è meglio che lasci ad altri un ruolo che evidentemente non può continuare a ricoprire.”
Ma nel mirino di Paolo Rovis non c’è solo l’assessore alla Cultura della giunta Serracchiani. Perché, rileva il coordinatore Ncd, “tutte queste assurde rivendicazioni divisive allignano da tempo nella Lega Nord.
Ma nel mirino di Paolo Rovis non c’è solo l’assessore alla Cultura della giunta Serracchiani. Perché, rileva il coordinatore Ncd, “tutte queste assurde rivendicazioni divisive allignano da tempo nella Lega Nord.
Basti ricordare il non compianto assessore leghista Violino, quello che accostava lo slogan “Friulano, tipicamente Friulano” all’evento della Barcolana. Per arrivare a Carlo Fontanini, presidente provinciale udinese, uno secondo il quale il mondo civilizzato finisce ai confini della provincia di Udine.
Una gara a svilire Trieste cui partecipa perfino Massimiliano Fedriga, segretario regionale Lega Nord, triestino che però difende a spada tratta la legge per la “FIESTE DE PATRIE DAL FRIUL” sostenendo, fra l’altro, che gli 80mila euro a carico di tutti noi per pagare la festicciola imposta anche ai triestini “non sono una somma spropositata, tutt’altro”.
La verità” - conclude Paolo Rovis - “è che i cittadini sono molto più avanti di questa politichetta inconcludente. Nella nostra Regione si rispettano tutti, c’è armonia e si cerca di vivere nel 2015, non nel medioevo. E quello che i cittadini si aspettano da chi riveste ruoli politici rilevanti è che vengano affrontati i tanti, veri e drammatici problemi che investono famiglie e imprese del Friuli Venezia Giulia. Altro che emanare leggi per istituire festività folcloristiche, altro che bandiere con aquile friulane in piazza Unità d’Italia, altro che misere discriminazioni identitarie”.
La verità” - conclude Paolo Rovis - “è che i cittadini sono molto più avanti di questa politichetta inconcludente. Nella nostra Regione si rispettano tutti, c’è armonia e si cerca di vivere nel 2015, non nel medioevo. E quello che i cittadini si aspettano da chi riveste ruoli politici rilevanti è che vengano affrontati i tanti, veri e drammatici problemi che investono famiglie e imprese del Friuli Venezia Giulia. Altro che emanare leggi per istituire festività folcloristiche, altro che bandiere con aquile friulane in piazza Unità d’Italia, altro che misere discriminazioni identitarie”.
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