23 mar 2012

IL SENATORE GIULIO CAMBER A FIANCO DEGLI ARTIGIANI.


Un governo a misura di banche e grande industria. Sempre più distante da lavoratori e piccoli imprenditori. La riforma dell'art. 18, così come paventata, rischia di dare il colpo di grazia alle già duramente provate piccole imprese artigiane. E uccidere le micro-imprese significa azzerare l'intero tessuto produttivo dell'Italia.

A dare voce ai piccoli imprenditori ha provveduto ieri il senatore triestino del PdL Giulio Camber, attraverso un'interrogazione rivolta al governo. Un atto di sensibilità verso il mondo "reale" di migliaia di lavoratori, che ci si aspetterebbe trovi l'adesione morale degli altri parlamentari triestini, di ogni parte politica. Cosa che, purtroppo e al momento, pare non sia avvenuta.

Di seguito il testo dell'interrogazione del sen. Giulio Camber.


INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali

Premesso che:

- con la paventata riforma dell’art. 18 si vorrebbe estendere anche alle aziende al di sotto dei 15 dipendenti la cosiddetta “buon’uscita” fino a 27 mensilità lorde se dette aziende dovessero licenziare personale per assoluta necessità e non per volontà;

- un’impresa artigiana per formare i propri dipendenti impiega tempo, denaro e dedizione e prima di dover allontanare una risorsa umana l’imprenditore artigiano sacrifica risorse personali impegnando, come spesso accade, anche la propria casa a garanzia delle banche;

- banche che, secondo quanto sempre più spesso denunciato dagli imprenditori, concedono con sempre maggiore difficoltà linee di credito alle imprese e comunque, se è vero che esse non applicano tassi di usura, tuttavia, a quanto si dice, le stesse banche applicano nei confronti delle aziende tassi poco al di sotto del tasso di usura, nonostante esse abbiano hanno ricevuto dalla BCE “iniezioni di liquidità” al tasso dell’1% ;

- nella crisi finanziaria delle imprese artigiane e delle piccole imprese un ruolo significativamente negativo lo svolge anche lo Stato, che paga con grande ritardo quanto dovuto ai suoi fornitori;

- negli ultimi tre anni queste situazioni di grave crisi finanziaria a carico di imprese artigiane e piccole imprese hanno avuto anche conseguenze estreme: come ricorda Cesare Fiumi sul settimanale “Sette” supplemento del Corriere della Sera di oggi, 50 suicidi negli ultimi 3 anni (nel solo Nord-Est) che spesso sono “figli” di compensi non saldati da Stato (e privati); la Confartigianato sandonatese le ha definite “le morti annunciate”, vere e proprie morti a credito di liquidità;

- le organizzazioni di categoria delle imprese artigiane, e segnatamente Confartigianato, hanno avviato azioni di protesta in quanto sostengono di aver accettato fino ad oggi con responsabilità tante imposizioni ma adesso ritengono che il limite di sopportazione sia saturo.

Per sapere:

- vista la portata di enorme impatto sociale della questione che involge il tessuto produttivo più diffuso del nostro Paese, anche con mirato riferimento al Nord-Est ed al Friuli Venezia Giulia in particolare, se sia intendimento del Governo correggere prontamente l’ennesima “svista” che comporterebbe con ogni probabilità conseguenze drammatiche di ogni sorta sino a giungere addirittura ai citati suicidi (nel solo Nord-Est 50 negli ultimi tre anni) che con ogni probabilità aumenterebbero ancora ove si verificassero le ulteriori penalizzazioni di cui in premessa a carico segnatamente degli artigiani e delle piccole imprese;

- con specifico riferimento quindi all’accesso al credito ed ai pagamenti dovuti dallo Stato nei confronti segnatamente delle imprese artigiane e delle piccole imprese che rappresentano il tessuto economico connettivo dello Stato, quali provvedimenti, e in quali tempi, il Governo intenda assumere per permettere agli imprenditori di proseguire nella propria attività senza dover subire vessazioni finanziarie che di fatto mortificano spesso in maniera fatale il tessuto produttivo italiano.

Sen. Giulio Camber
Roma, 22 marzo 2012

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