30 dic 2014

#TRIESTE: ECCO COSA SI FARÀ IN PORTO VECCHIO.

Le nuove destinazioni d'uso delle aree del Porto Vecchio sono state decise già nel 2007. Quando, in un raro episodio di unanimità, il Comitato Portuale, tutte le forze politiche in Consiglio comunale e la Regione approvarono la Variante al Piano Regolatore Portuale per l'area del Porto Vecchio.

Dove rimane attiva, in via transitoria, la funzione portuale pura dell'AdriaTerminal, mentre il resto del comprensorio è destinato alla "portualità allargata". Una serie di attività di "connessione" tra la città e il mare, a supporto di quelle marittime.

Qui sotto, la cartografia del Porto Vecchio (da ingrandire cliccandoci sopra) e l'elenco delle relative attività ammesse.

Subito dopo, potete leggere la relazione alla Variante, redatta dall'Autorità Portuale, con tutti i dettagli.

Il Porto Vecchio e le zone in cui sono previste nuove attività. Clicca per ingrandire.
Nell’ambito del Porto Vecchio sono previsti complessivamente i seguenti otto comparti funzionali caratterizzati ciascuno da una funzione principale e da funzioni complementari, ammesse. 

Zona A - Diportistica a carattere sportivo
Attività a carattere associativo/ricreativo
Balneare
Servizi al diporto

Zona B - Ricettiva
Artigianale di servizio
Attività produttive legate alla nautica 

Commerciale al minuto
Direzionale
Espositiva
Formazione/Ricerca
Intrattenimento
Parcheggio
Servizi al diporto

Zona C - Nautica da diporto
Artigianale di servizio
Attività produttive legate alla nautica 

Commerciale al minuto
Espositiva
Ricettiva
Servizi al diporto

Zona D - Protezione alla costa 

Zona E - Formazione/Ricerca
Attività produttive legate alla nautica 
Artigianale di servizio
Commerciale al minuto
Espositiva

Intrattenimento
Parcheggio
Ricettiva
Scuole e istituti universitari
Servizi alle attività scolastiche/universitarie  

Zona F - Portuale commerciale
Tutte quelle previste dall’Art. 5.11.1
L1a – zona per i traffici portuali delle “Norme Tecniche di Attuazione” del vigente P.R.G.C.
- omissis - “Viene inoltre riportato il perimetro delle opere di realizzazione di Adria Terminal con la precisazione che ove questo non si realizzi, ovvero alternativamente nel caso in cui esso venisse in tutto o in parte modificato o ridotto per iniziativa dell’Autorità Portuale, verrà indicata la compatibilità di attività tipiche della portualità integrata fin tanto che non si realizzi il completamento del progetto “Adria Terminal” approvato.”
Art. 5.11.3 – L1c – zona di portualità integrata.

Zona G - Direzionale
Artigianale di servizio
Commerciale al minuto
Parcheggio
Ricettiva 

Zona H - Terminale traghetti
Commerciale al minuto 
Intrattenimento
Servizi al diporto


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Variante al PRP – Porto Vecchio Procedura di approvazione della Variante

La Regione F.V.G., con Decreto del Presidente della Giunta Regionale di data 10 settembre 2007 e successiva pubblicazione sul BUR n.41 del 10 ottobre 2007, ha approvato definitivamente la Variante al PRP per l’ambito del PV.
Detta Variante adegua i contenuti del vigente Piano Regolatore Portuale (di seguito P.R.P.) a quelli del vigente Piano Regolatore Generale Comunale (di seguito P.R.G.C.), approvato in seguito alle “Intese” raggiunte tra il Comune di Trieste e l’Autorità Portuale in data 23.01.1996, così come previsto dalla legge n. 84/1994 e dalla legge regionale n.52/1991.


Contenuti della Variante 


Attualmente a Trieste, per le aree della Circoscrizione portuale, è in corso di redazione il nuovo Piano Regolatore Portuale ed è quindi ancora vigente il “Piano Regolatore del Porto di Trieste” approvato nel 1957. Questo piano rispecchia le caratteristiche previste dalla legislazione allora in atto, ma, ovviamente, non quelle della legge n. 84 del 1994, in quanto approvato prima della sua emanazione, che verranno seguite dal redigendo Piano.

La Variante al PRP per l’ambito del PV è stata redatta in conformità alla legge n.84/1994, che definisce il “Piano Regolatore Portuale” ed alle “Linee guida per la redazione dei piani regolatori portuali”, redatte dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Inoltre, riconosciuta la particolare rilevanza dell’assetto urbano di questo ambito e la sua valenza storico - monumentale, la Variante al PRP per l’ambito del PV è stata redatta con contenuti anche di piano attuativo (piano particolareggiato).
Pertanto, oltre ai contenuti di piano di settore, in quanto “piano regolatore portuale” per l’ambito del PV, essa possiede anche i contenuti del piano attuativo che definisce dunque, non solo le opere di urbanizzazioni necessarie ad una corretta fruizione dell’area, ma anche le attività insediabili (le funzioni), i tipi di intervento ammessi per ciascun edificio esistente (Unità Minima di Intervento – U.M.I.), i parametri urbanistici per ciascun lotto di nuova edificazione (Lotto Minimo di Intervento – L.M.I.), e gli elementi dell’arredo urbano.

Va ribadito che non vengono previste nuove opere infrastrutturali marittime, né alcuna modifica della linea di costa ipotizzata del vigente “Piano Regolatore del Porto” per questo ambito.
La Variante, dunque, si configura semplicemente in un ampliamento della destinazione d’uso attualmente consentita in questa area dal piano portuale vigente, cioè della funzione “portuale commerciale”, in quanto prevede l’insediamento anche di altre funzioni, “purché complementari o comunque di supporto allo sviluppo della funzione portuale commerciale”.

Tali nuove funzioni sono state individuate analizzando vari casi internazionali di aree con lo stesso regime giuridico, nelle quali alla funzione produttiva principale si sono affiancate altre funzioni complementari e di supporto al suo sviluppo.

Obiettivo primario della Variante è quello di aggiornare il vigente “Piano Regolatore del Porto” (del 1957), per l’ambito del Porto Vecchio, arricchendo il suoi contenuti di piano delle opere portuali, con quelli più ampi e complessi del piano urbanistico, in coerenza con quanto previsto dalla recente normativa di settore (L. n. 84/1994).
Il piano vigente ha una natura più limitata, in quanto essenzialmente concentrato sulle opere marittime e non sul suo rapporto con la città. Questo strumento è stato, ed è ancora, semplicemente un riferimento specifico per le opere da realizzare sul demanio marittimo.

La Variante al PRP per l’ambito del PV, in conformità alla legge n.84/1994, presenta le caratteristiche di intrinseca flessibilità nel “disegno” dell’ambito del Porto Vecchio. Ovvero, prevede la possibilità di introdurre modifiche non sostanziali ed individua “zone” a cui non fa corrispondere necessariamente univoche destinazioni d’uso, ma alle quali fa invece corrispondere tipologie/famiglie di destinazioni d’uso, tra loro compatibili.

Indica invece, in modo perentorio, le destinazioni d’uso non ammesse in quanto incompatibili. Ovvero, vengono escluse tutte le attività che possono produrre impatti igienico-ambientali (atmosferico, acustico, ecc) verso il contesto urbano, insediamenti residenziali massicci ed insediamenti commerciali della grande distribuzione.

Nello specifico, l’ambito del PV comprende cinque Lotti Minimi di Intervento (L.M.I.) localizzati tutti nel “sotto ambito di espansione”, e quarantasette Unità Minime di Intervento (U.M.I.) localizzate tutte nel “sotto ambito di completamento”.

A ciascun L.M.I. ed a ciascuna U.M.I. la Variante associa il “tipo di intervento ammesso” ed i relativi “parametri urbanistici”, i “profili regolatori”, i “parcheggi pertinenziali” e le “prescrizioni particolari”. Ogni progetto di intervento sugli edifici esistenti dovrà rispettarle.
La Variante, eserciterà la propria azione di regia, coordinamento e controllo, anche attraverso la distinzione di quattro tipi di funzioni da affiancare alla funzione principale (portuale commerciale) estesa a tutto l’ambito. Si tratta delle funzioni: caratterizzanti, ammesse, consentite in via transitoria, e provvisorie.

Le Norme di attuazione della Variante individuano e definiscono le seguenti venti funzioni specifiche: 

Artigianale di servizio:
Comprende unità immobiliari edilizie adibite alle attività connesse alla cura della persona (parrucchieri, sarti, calzolai, lavanderie, estetisti, infermieri, ecc...) o alla manutenzione dei beni di uso personale e comune, della casa e degli edifici produttivi (idraulici, elettricisti, tappezzieri, manutentori impianti di riscaldamento, imbianchini, etc.) o finalizzate alla produzione di servizi necessari alle altre funzioni, nonché alle attività portuali.

Attività a carattere associativo/ricreativo:
Comprende sedi di società con attività inerenti la funzione diportistica a carattere sportivo (o attività similari) e locali per attività complementari alla società insediate quali: ristoranti, bar, sale di ritrovo, depositi, officine, palestre, piscine, insediamenti sportivi ed attrezzature connesse ad attività di svago.

Attività produttive legate alla nautica:
Comprende aree, edifici e banchine destinate alla produzione di oggetti funzionali alla nautica, non solo barche, natanti, etc., ma anche parti di essi, o accessori, o beni utilizzati per la nautica, purchè tali attività non generino inquinamento dell’ambiente circostante.
Balneare:
Comprende aree e servizi per la balneazione, stabilimenti balneari ed attività complementari quali depositi, ristoranti, bar, commerciale al minuto, palestre, insediamenti sportivi coperti e scoperti a servizio della balneazione.

Commerciale al minuto:
Comprende unità immobiliari edilizie destinate all’attività di vendita di beni al consumatore finale quali le attività per la somministrazione al pubblico di alimenti e bevande (bar, ristoranti, trattorie, ecc..., se non collegate alle attività alberghiere e ricettive) ed esercizi commerciali definiti “al dettaglio” dalla legislazione di settore.

Diportistica a carattere sportivo:
Comprende spazi a mare e di banchina, porti e approdi per la nautica da diporto, e unità immobiliari, destinate alle attività sportive inerenti il mare quali: la vela, il canottaggio, il gommone, il surf ed altre similari.

Direzionale:
Comprende unità immobiliari edilizie, destinate ad attività amministrative e/o professionali, quali: uffici (ad es. sedi per operatori portuali e servizi di pertinenza, sedi di società finanziarie e di assicurazione, centri di elaborazione dati, uffici amministrativi, uffici di società marittime), banche, ambulatori medici, laboratori medici e/o di analisi privati, cliniche private, sedi di enti, associazioni, sindacati e partiti. A questa categoria sono assimilate le attività assistenziali e scolastiche non pubbliche quali: case di riposo, asili nido, scuole materne, collegi e altre scuole. 

Espositiva:
Comprende spazi aperti ed edifici per fiere tematiche, esposizioni commerciali e vendita. World trade center e servizi di pertinenza. Spazi ed edifici destinati ad attività culturali e museali (temporanee o permanenti), biblioteche, laboratori per la produzione culturale e servizi complementari a tali attività.

Formazione/Ricerca:
Comprende spazi destinati alla formazione professionale, istituti per la ricerca, laboratori e spazi destinati ad attività innovative, anche nella forma di business innovation center o di incubatori per piccole imprese, e servizi complementari a tali attività.

Intrattenimento:
Comprende spazi adibiti allo spettacolo ed alle attività congressuali, cinema multi sala, teatri, auditori, sale giochi, discoteche, sale per concerti e edifici assimilabili, servizi complementari a tali attività.

Nautica da diporto:
Comprende i porti e gli approdi per la nautica da diporto, comprese le attività di cantieristica e fornitura di beni e servizi per le imbarcazioni destinate al diporto.

Parcheggio:
Comprende un’area dotata di idonea pavimentazione e corredata di un’idonea segnaletica e di eventuali impianti (nel caso di parcheggi coperti), destinata alla sosta, temporanea o prolungata, dei veicoli. L’area può essere ricavata sulla superficie stradale (parcheggio di superficie) oppure all’interno di immobili in elevazione o interrati (autorimesse). Per dimensionare il fabbisogno di posti macchina per ogni U.M.I. o L.M.I. si utilizza, per le diverse destinazioni funzionali, le prescrizioni della normativa vigente rapportate al Volume totale o al Volume equivalente dell’edificio di pertinenza.

Portuale commerciale:
Funzione principale estesa a tutto l’ambito del PV. Comprende tutte le attività portuali legate al commercio.

Portualità allargata:
Funzione generica estesa a tutto l’ambito del PV. Comprende attività di tipo portuale commerciale, ma anche attività ricettive, formative, terziarie ed espositive, purché complementari o funzionali allo sviluppo dell’attività principale dell’ambito del PV, quella portuale commerciale.

Protezione alla costa:
Comprende le attività di difesa della costa svolte dalla diga foranea.

Ricettiva:
Comprende la destinazione d’uso alberghiera, anche con unità immobiliari edilizie destinate all’uso abitativo ricettivo, integrate da locali di soggiorno e servizi di uso comuni, nonché da eventuale ristorante e bar, definite dalla vigente normativa di settore come strutture ricettive turistiche alberghiere, anche se gestite in forma periodica e/o stagionale, quali alberghi, ostelli, motel, villaggi albergo, residenze turistico alberghiere, nonché pensioni ed esercizi di affittacamere.

Scuole e istituti universitari:
Comprende istituti di scuola secondaria superiore e istituti universitari, post universitari, scuole di specializzazione e enti o istituti assimilabili.

Servizi al diporto:
Comprende aree, immobili ed attrezzature per l’assistenza alle imbarcazioni destinate al diporto, comprese le attività di cantieristica e fornitura di beni e servizi quali: rimessaggio, deposito, officina, alaggi, servizi per la manutenzione dei natanti, ed attività similari.

Servizi alle attività scolastiche e universitarie:
Comprende servizi quali mense, biblioteche, aule di studio, sale convegni e spazi espositivi legati alle attività scolastiche e universitarie, residenze per studenti e per docenti.

Terminale traghetti:
Comprende spazi a mare e di banchina relativi all’attracco e alla sosta di imbarcazioni turistiche e da diporto, attrezzature per l’assistenza alle imbarcazioni e, nel caso di attracco di crociere e di traghetti, di servizi assimilabili a terminal passeggeri quali: biglietterie, sale di attesa, aree di ristoro (bar, ristoranti), deposito bagagli e attività commerciali di supporto.

La “Variante”, che al suo livello attuativo si colloca al livello di piano di settore e particolareggiato, individua e delimita i sotto ambiti seguenti:

- sotto ambito di “espansione”, intesa come edificazione previa eventuale demolizione, e possibile riprofilamento della linea di costa e interramento, articolato in due comparti funzionali aventi una estensione complessiva di circa 687.000 mq.
- sotto ambito di “completamento”, inteso come recupero e riuso dell’esistente tessuto edilizio consolidato, articolato in sei comparti funzionali aventi una estensione complessiva di circa 165.000 mq.

La “Variante” prevede anche la riqualifica della viabilità all’interno del Porto Vecchio.
La nuova viabilità - per un’estensione di circa 2 km – è prevista in gran parte realizzata sul sedime delle strade esistenti, da Barcola (nord), alle Rive (sud), senza interferenze con i magazzini storici vincolati.
L’allineamento del tracciato, in fregio al limite di demarcazione area portuale – sedime ferroviario di Rete Ferroviaria Italiana, è funzionale sia al potenziale uso urbano (attraversamento in senso est-ovest), sia all’uso portuale (accesso all’Adriaterminal) della strada, in quanto marginale rispetto alle eventuali movimentazioni interne al comparto Porto Franco Vecchio.
Viene prevista l’articolazione della viabilità secondo due direttrici parallele orientate entrambe longitudinalmente in senso nord-sud, ossia secondo l’orientamento delle banchine di calata, e perpendicolarmente agli sporgenti (moli 0, I, II, III e IV):

- una direttrice centrale rispetto all’intero comparto, mirata alla circolazione e distribuzione interna
- una direttrice perimetrale lungo il lato interno del comparto, in fregio alla recinzione e alle infrastrutture ferroviarie esterne alla recinzione stessa

Mentre la funzione della direttrice interna è chiara e indipendente rispetto alle ipotesi di dettaglio e alle fasi di attuazione derivanti dall’attuazione della Variante sopra citata, le funzioni della direttrice esterna appaiono ancora suscettibili di approfondimento in accordo con le fasi successive di sviluppo dei vari comparti del Punto Franco Vecchio.


(Tratto dalla Relazione al nuovo PRP - Autorità Portuale di Trieste)

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