Uno Squig, creatura immaginaria dotata di una bocca enorme contornata da affilatissimi denti. |
I nodi veri, i mali del sistema Italia sono noti a tutti, analizzati, evidenziati, sezionati, dibattuti da anni e come un mantra vengono snocciolati da chiunque si presenti per guidare il paese. Nessuno, dall'estrema sinistra all'estrema destra, passando per il populismo grillino, li contesta: carenza di liquidità, accesso al credito, calo di fatturati, diminuzione dei consumi, burocrazia, costo dello stato e della politica, pressione fiscale. Potrei continuare con altri cento, sempre condivisi da tutti, Il dibattito sulle possibili soluzioni si svolge all'interno di un recinto strettissimo che non consente di offrire prospettive di interventi straordinari, seri, epocali, senza conseguente copertura finanziaria.
Come togli l'imu che vale 4 miliardi? Come finanzi le minori entrate derivanti dalla cancellazione dell'Irap? Il ragionamento non fa una grinza. Per eliminare una tassa devo prima ridurre una spesa. Quindi in mancanza di una riduzione di spesa devo necessariamente mantenere il livello di pressione fiscale e di tassazione.
Motivo per cui il dibattito si riduce a come ripartire in modo diverso la quantità di tassazione esistente. Qualcuno propone un aumento sulle sigarette, gli alcolici o i giochi, altri l' aumento delle tasse sul patrimonio, altri ne inventano di nuove. Io invece contesto l'approccio culturale perché il tema dovrebbe essere posto esattamente in modo inverso.
Qual è il limite massimo di imposizione sopportabile dal sistema? Qual è il limite fiscale da non superare sul lavoro per non mettere fuori mercato il sistema imprenditoriale italiano? Qual è la tassazione massima che può sopportare un'impresa? Qual è il reddito minimo, intoccabile che non si può non lasciare ad un individuo o ad una famiglia per non rendergli impossibile sopravvivere?
Possiamo e dobbiamo definire un luogo non fisico ma fiscale, tributario, contributivo, dove lo Stato non possa entrare, all'interno del quale una famiglia, un'azienda sia certa di trovare sicurezza e tranquillitá. Occorre ridare fiducia e speranza ad un paese sull'orlo di una crisi di nervi. Si può fare solo invertendo la logica che ci ha guidati fin qui. Non sia la spesa a definire la pressione fiscale, siano le entrate fiscali in combinazione con il vincolo costituzionale al pareggio di bilancio a definire le uscite.
L'Irap non ha senso, perché anche chi è in perdita la paga, il cuneo fiscale va ridotto a favore di dipendenti ed imprenditori, e va abolita qualunque prelievo e tassazione sopra le 38 ore settimanali in modo tale che sia il lavoratore sia l'azienda beneficino degli sforzi in più ed in modo da migliorare sia il costo del lavoro per unità di prodotto sia la possibilità di consumo; all'imprenditore che si impegni nella ricapitalizzazione dell'impresa va riconosciuto un credito fiscale sulle proprie imposte personali, per ridare liquidità alle aziende e consentire un aumento della finanziabilitá bancaria; va detassata totalmente la prima casa e va resa inattaccabile anche dall'arroganza di banche ed Equitalia con l'impossibilità del pignoramento; le banche che fruiscono di contributi ed agevolazioni comunitarie devono dimostrare e certificare l'impiego dei fondi ricevuti; va ridotta immediatamente qualunque tassazione, imposta o accisa sui redditi inferiori a 15000 euro ed abolita per le famiglie con più di due figli fino a 40000. Alla fine di scelte di questo tipo vediamo quale sarà l'entrata dello Stato.
Quelle saranno le risorse su cui costruire il bilancio, su cui valutare ciò che può essere dato ed a chi. Ed il dibattito politico si scateni su quel versante. Si abbia il coraggio a quel punto di dire che i dipendenti pubblici onesti che hanno lavorato e lavorano vanno premiati ed i loro stipendi sottratti ad un assurdo blocco di anni che li impoverisce ma che altri loro colleghi vanno lasciati a casa immediatamente ed ad altri ancora va ridotto drasticamente lo stipendio.
Si scriva in una legge che un medico che firma un falso certificato di malattia od invalidità va in galera e gli si proibisce di svolgere in futuro la professione che ha tradito, che i manager o gli amministratori pubblici rispondono dei risultati dei loro bilanci con i propri beni personali, che i costi di camera e senato e vari organi costituzionali vengono tagliati del 50% in modo tale che se ad esempio non si ridurrà il numero dei parlamentari almeno si ridurrà del 50 automaticamente il loro reddito, si inizi a dire che qualcuno può partecipare al costo della sanità in parte se ha alti redditi e che ogni amministratore o dirigente di asl deve giustificare, pena la decadenza le differenze di costo e qualità rispetto agli standard medi nazionali.
Fissiamo gli standard dei tempi burocratici facendoli diventare parametri di valutazione di ogni singolo ufficio pubblico. Si intervenga sugli interessi sul debito con una decisione unilaterale, da stato sovrano, rendendoli adeguati al rischio reale e non a quanto determinato dalla speculazione finanziaria. Ognuno avrà proposte o idee.
Ma almeno avremo garantito la sopravvivenza dell'italia, avremo posto un limite invalicabile all'incapacitá della politica, avremmo messo in sicurezza il paese e non solo il sistema delle banche e dei poteri forti. Per questi motivi, per semplificare questi ragionamenti, abbiamo proposto di fissare nella Costituzione il limite alla tassazione.
Perché l'unico modo vero di ridurre una spesa è quello di non avere i soldi per farla. Altrimenti questo paese si spegnerà lentamente in discussioni tra tecnici, professori e politici, magistrati, poteri forti e famiglie deboli. Qui serve altro. Serve il conto della serva. Serve il buon senso dei contadini e degli artigiani. Serve togliere la possibilità di pensare che la spesa sia inattaccabile dicendo che è finita la festa. Per tutti. La bestia va affamata, per citare Reagan. Altrimenti la bestia sbranerà il paese e se stessa."
Guido Crosetto
Fondatore e Coordinatore nazionale
Fratelli d'Italia
(Pubblicato su "L'Huffington Post", 12 giugno 2013)
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