Emiliano Edera, ex assessore della giunta Cosolini ora candidato alle Regionali con la lista di Debora Serracchiani (PD). |
MAGGIORAZIONE SECCA DEL 10% SE LO SPAZIO ALL'APERTO È STATO RIPAVIMENTATO.
MAZZATA DEL COMUNE DI TRIESTE A UN SETTORE GIÀ IN CRISI.
PERPLESSO ANCHE IL SINDACO CHE, DOPO ESSERSI LIBERATO DELL'ASSESSORE, RINVIA, PER ORA, LA DELIBERA.
Bar, ristoranti, gelaterie, trattorie, pizzerie. In sintesi: polli da spennare. O, almeno, così li vede l'assessore comunale di Trieste Emiliano Edera, recentemente defenestrato, senza tanti complimenti, dalla giunta Cosolini.
La stangata si cela dentro il "Nuovo Regolamento per l'Occupazione del Suolo Pubblico" redatto dal già assessore comunale dell'IDV. Nel mirino i pubblici esercizi che collocano tavolini, ombrelloni e sedie sul suolo pubblico antistante la propria attività. I quali già pagano, come è giusto, l'occupazione dello spazio all'aperto. Secondo una tariffa predeterminata e che aumenta con l'avvicinarsi al centro cittadino.
Ma questo è sembrato non bastare all'ex assessore Edera: coloro i quali si sono visti ripavimentare vie e piazze davanti al locale, paghino ancora di più. E mica poco: un 10% secco di maggiorazione. Così, senza preavviso, seduta stante. In euro, il nuovo balzello può valere da diverse centinaia a 2-3mila euro per singolo pubblico esercizio.
Un'imprevista e imprevedibile mazzata sulle ginocchia ad attività economiche che già faticano a reggersi in piedi. Gravate da costi di gestione crescenti, tasse insostenibili, calo del fatturato dovuto alla crisi.
L'ex-assessore Edera - ora candidato in Regione con la lista Serracchiani, ma prima aveva la tessera dell'IDV e prima ancora quella di una lista civica a sostegno di Ettore Rosato sindaco - ha inteso così soddisfare il vorace appetito della macchina pubblica: prendere altri soldi, coattivamente, da chi ha la "colpa" di gestire un'attività in proprio.
Peccato, perché il nuovo Regolamento contiene anche delle note positive: riduzione dei tempi burocratici, possibili sconti sui canoni di occupazione, mitigazione di alcune sanzioni per violazioni non sostanziali. Ma, mentre gli sgravi sono possibili e futuri, la maggiorazione da pagare è certa e immediata.
Il tutto all'insaputa delle categorie interessate. Sono bastate mezz'ora e alcune telefonate per scoprire che nessuno, da Confcommercio a Fipe, da CNA a Confartigianato, era stato messo a conoscenza del provvedimento. Sarebbe stata una vera sorpresa, poco gradita, per bar, ristoranti, pizzerie, gelaterie delle piazze Unità, Borsa, Verdi, Goldoni, per quelle di via San Nicolò, Malcanton, Dante, Torino, del viale XX Settembre di tutta Città Vecchia e altre.
Durante la discussione in Commissione, un inconsapevole assessore Dapretto - che ha ereditato la gestione della delibera -, aveva invece assicurato che tutte le categorie erano state coinvolte e avevano gradito (!).
Per onestà va aggiunto che anche il sindaco Cosolini si è dimostrato perplesso. Gli ho fatto notare la dannosità del provvedimento, il mio emendamento subito preparato per stralciare l'odioso balzello, e il fatto che, contrariamente a quanto affermato dal suo ex-assessore, le categorie economiche sono state del tutto ignorate.
Cosolini ha così ritirato - per ora - la delibera, stralciandola dall'ordine dei lavori del Consiglio comunale di ieri sera. Se ne riparlerà, forse, fra una settimana. Intanto affilerò le armi: la nuova, ingiustificata tassa va eliminata o perlomeno rinviata a tempi economicamente migliori.
Diversamente si colpirebbero non solo le imprese già stremate, ma anche gli stessi clienti, Triestini e turisti, che si vedrebbero aumentare i costi delle consumazioni e ridurrebbero la frequentazione dei pubblici esercizi.
Alimentando così una già disastrosa spirale recessiva che il Comune di Trieste dovrebbe contrastare, non certo favorire.
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