La Gazzetta dello Sport pubblica una vignetta (la vedete qua sopra) alla vigilia della partita Italia-Inghilterra. Raffigura Balotelli novello King-Kong abbarbicato sul Big Ben di Londra. Passano pochi minuti e su Twitter piovono accuse di razzismo, inviti a boicottare il quotidiano sportivo e varia indignazione.
Il problema è che la punta della Nazionale ha la pelle nera. E quindi ogni satira dev'essere, secondo qualcuno, preclusa. Premetto che secondo me la vignetta è mal riuscita: non fa ridere, non è di immediata comprensione. Ma il razzismo, dove sta? Nel servirsi del colore della pelle - e quindi di una caratteristica fisica - e di qualche luogo comune, per tentare di essere spiritosi?
Razzismo è discriminazione vera, compressione della libertà individuale, esclusione dal godimento di diritti. Non una presa in giro. Altrimenti ogni evidenziazione, in chiave di burla, di una caratteristica fisica dovrebbe subire il medesimo, severo giudizio.
Le vignette qui sotto, secondo il metro degli indignati universali, dovrebbero quindi venire rubricate come razziste. Infatti, che differenza c'è tra riferimenti al colore della pelle e quelli alla statura di una persona? Ma evidentemente se l'obiettivo è politico e rivolto verso la parte cui fa comodo, intellettuali e benpensanti tengono le proprie improvvide accuse ben riposte nel cassetto.
Il secondo rischio è che avallando o, peggio, invocando censure a ogni tratto di matita appena "politicamente scorretto", si finisca per ritrovarsi non distanti dalle posizioni che Khomeini tenne nei confronti di Salman Rushdie.
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