12 ott 2011
DIACO: ISTITUZIONI E PARTI POLITICHE UNITE. MA L’OBIETTIVO DEV’ESSERE IL MANTENIMENTO DELLA PRODUZIONE E DEI POSTI DI LAVORO.
Vi sono alcuni temi che non ammettono divisioni, strumentalizzazioni o contrapposizioni politiche. Uno di questi è certamente quello del lavoro, in particolare se legato al comparto industriale del territorio triestino.
Registro, in particolare, che la vicenda che riguarda i lavoratori della Diaco e la sorte dello stabilimento produttivo, sta contando su un approccio serio da parte di tutte le Istituzioni.
In primis la Regione, con l’assessore Angela Brandi, attivatasi immediatamente per effettuare in sede locale l’esame congiunto propedeutico all’erogazione della cassa integrazione ai dipendenti rimasti senza il posto di lavoro.
Ma un atteggiamento serio e responsabile viene anche dalle forze politiche rappresentate nel Comune di Trieste. Il dichiarato impegno del sindaco Cosolini nel coinvolgere le categorie economiche – su tutte Confindustria – affinché possa riprendere l’attività produttiva dello stabilimento, va nella direzione giusta.
Sono infatti due i fronti sui quali intervenire. Il primo, è l’immediato “sollievo” ai lavoratori, privati da un giorno all’altro del proprio regolare reddito da lavoro. Una preoccupazione di cui in Comune già ci facemmo carico, nel corso della precedente Consiliatura quando, nel febbraio del 2009, deliberammo alcuni “Provvedimenti per contrastare le conseguenze della crisi economica: interventi in favore di cassintegrati”, come immediata risposta alla perdita di posti di lavoro dello stabilimento “Stock”.
L’altro fronte è quello del mantenimento dei livelli occupazionali nel comparto industriale. Un settore già troppo “leggero” in quanto a peso economico sul complesso produttivo del nostro territorio, che non può permettersi ulteriori ridimensionamenti. L’ambito in cui la Diaco opera appare capace di reggere il mercato e di generare reddito. È plausibile quindi ritenere che possa manifestarsi un interesse da parte di imprenditori locali o nazionali a rilevarne la produzione, garantendo così ai dipendenti la continuità lavorativa.
Gli indispensabili ammortizzatori sociali devono venire considerati come un tampone provvisorio. L’obiettivo vero è quello di mantenere produzione e posti di lavoro. È su questa sfida che si misurerà la capacità delle Amministrazioni locali e, soprattutto, delle categorie imprenditoriali.
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