14 lug 2011
PIANO REGOLATORE: OK RIPARTIRE DA ZERO, MA A CONDIZIONE CHE...
“Se qualcosa può andare male, lo farà”. La più celebre delle “Leggi di Murphy” calza perfettamente con la travagliata vicenda della Variante 118 al Piano Regolatore. Ma già il numero con cui veniva classificata, coincidente con il recapito telefonico del Pronto Soccorso, lasciava presagire nulla di buono. E infatti: errori tecnici, vizi giuridici, improvvide secretazioni, scelte affrettate, ingiuste penalizzazioni di centinaia di piccoli proprietari. Insomma, più che un Piano, una litografia di Escher con tanto di geometrie e prospettive impossibili.
Non per nulla, dire che questa Variante è poco amata, anche dalla stessa maggioranza politica che l’avrebbe dovuta approvare, è un eufemismo.
Io stesso non la votai quando sedevo nella Giunta comunale. Per motivi già ben spiegati all’epoca e che si possono rileggere sul mio blog o sulla rassegna stampa.
Pertanto, con la coerenza che prescinde dalle appartenenze politiche, registro con favore la scelta del sindaco Cosolini di azzerare tutto e ripartire con un iter nuovo. Meglio se sarà trasparente, partecipato, condiviso con i cittadini e con i diversi portatori di interessi. L’obiettivo che ci si deve porre – tutti, maggioranza e minoranza – è ambizioso ma raggiungibile: contemperare con equilibrio la tutela ambientale e le urgenti esigenze di sviluppo economico del nostro territorio. All’interno di un quadro armonico che disegni la città, collocandone opportunamente le funzioni secondo logica, buon senso, opportunità.
Ma se la 118 non è amata, la 66 – cioè il Piano in vigore approvato dalla Giunta Illy – è apertamente odiata. Meritatamente, dati i disastri provocati principalmente sul nostro Carso e sulla Costiera.
Cosolini afferma che il ritorno in pieno vigore, dopo il 6 agosto, della Variante 66 sia inevitabile. Formalmente vero, ma vi è la possibilità di evitarne gli effetti più invasivi.
Cosolini proponga al Consiglio comunale, entro il 6 agosto, una delibera di ritiro della Variante 118 e contestualmente l’approvazione delle linee di indirizzo con precise salvaguardie per le zone ambientalmente sensibili. Dal punto di vista amministrativo, una marcia forzata contro il tempo. Ma tecnicamente fattibile.
Sarebbe un’azione seria, con il pregio di allontanare sospetti di "condiscendenza" verso alcuni puntuali interventi edilizi. Ma soprattutto Cosolini si dimostrerebbe coerente con le critiche pesanti che lo stesso centrosinistra ha più volte avanzato nei confronti del “proprio” Piano Regolatore, approvato nel 1996.
Ancora, cassando la 118 si azzererebbero le intese intercorse tra il Comune e altri soggetti pubblici. Su tutti, con l'Autorità Portuale e con l'Ezit. E sarebbero a forte rischio opere infrastrutturali fondamentali per la città quali, ad esempio, la Piattaforma logistica, l'allungamento del Molo della Stazione Marittima e altre.
La condizione per poter ripartire da zero è, quindi, anche quella dell'immediata predisposizione di una variante "ad hoc", che recepisca le intese già intercorse, e garantisca sotto il profilo urbanistico la realizzabilità di opere pubbliche improcrastinabili.
"La politica è l'arte del possibile", sosteneva Otto von Bismarck. Sta ora a Cosolini dimostrare di avere la capacità di praticare quest'arte.
Nessun commento:
Posta un commento
Il blog di Paolo Rovis.
Notizie, opinioni, politica.
A Trieste e nel Friuli Venezia Giulia.