3 apr 2009

I politici? Vadano in miniera!

Con qualche giorno di ritardo, pubblico il resoconto di due giorni "tedeschi" a visitare le ex miniere di sale entro le quali vengono stoccate, con finalità di recupero ambientale, le polveri e le ceneri provenienti dai termovalorizzatori di mezza Europa.

Insieme a me, il Controller Ambientale di AcegasAps, Erica Zugna, ed il Responsabile della gestione del termovalorizzatore di Padova, Cristiano Piccinin.

La visita ha riguardato le miniere di Kochendorf (vicino a Stoccarda) e Bleicherode (nei pressi di Lipsia), con l'obiettivo di avere una visione completa sul “ciclo di vita” del rifiuto.

In seguito al trattamento di termovalorizzazione del rifiuto rimangono dei residui che si possono ricondurre a due categorie; le ceneri corrispondono al 25 % in peso del rifiuto in entrata e sono l'effettivo residuo di combustione recuperato sotto la griglia, mentre le polveri sono rifiuti recuperati dai filtri del camino, che inglobano tutte le polveri presenti nell'aria che esce dal forno e i reagenti utilizzati per evitare la fuoriuscita di inquinanti dal camino, per un totale che corrisponde al 3,5 % del peso del rifiuto in entrata.

A livello popolare si è diffusa la falsa convinzione che i residui di combustione che escono dai termovalorizzatori di AcegasAps finiscano in discariche; esiste invece un complesso sistema di recupero che, dopo opportuni trattamenti, garantisce per ogni tipo di residuo un conferimento sicuro e privo di impatti negativi sull'ambiente, anzi, come vedremo, i residui contribuiscono al recupero ambientale di siti sfruttati in passato per le attività estrattive. Si tratta pertanto di un ciclo virtuoso che, in tutte le sue fasi minimizza gli impatti ambientali e massimizza gli apporti positivi.

Le ceneri vengono conferite in Austria, nella zona di Eisenerz, dove sono impiegate per il recupero della sagoma di una montagna totalmente sventrata a gradoni per l'estrazione del ferro, mentre le polveri sono destinate al centro-nord della Germania; più in particolare, le polveri prodotte dai termovalorizzatori di AcegasAps, sono impiegate per il ripristino ambientale delle cavità di Bleicherode e Sondershausen. In caso di situazioni contingenti che impediscano l'accesso ai questi siti, sono previste destinazioni alternative nei siti di Teuschental, Bad Friedrichshall e Kochendorf.

La conformazione geologica del centro-Nord Germania si presta ottimamente per queste operazioni in quanto presenta degli imponenti depositi salini che dalla fine del XIX secolo sono stati sfruttati per la produzione di sale e di fertilizzanti ottenuti dal sale di potassio. Lo sfruttamento dei depositi ha lasciato nel sottosuolo amplissimi spazi vuoti i quali, soggetti all’enorme peso degli strati sovrastanti, tendono a collassare dando origine a terremoti e a fenomeni di subsidenza. Per questo motivo il Governo tedesco ha ordinato la messa in sicurezza e il ripristino delle ex miniere di sale attraverso il riempimento delle cavità.

Le cavità sono riempite utilizzando delle miscele di rifiuti aventi caratteristiche granulometriche e chimico-fisiche tali da risultare idonee allo scopo; mediante una complessa procedura che offre ampie garanzie di sicurezza sia per l'ambiente che per gli operatori, i rifiuti, costituiti prevalentemente da polveri e scorie, vengono adeguatamente inertizzati e miscelati tra di loro; alla miscela viene aggiunta una soluzione salina in modo tale da ottenere un prodotto stabile che una volta solidificato presenta tutte le caratteristiche di una roccia sedimentaria. Tutti gli impianti funzionano a ciclo continuo, 24 ore su 24 e gli spazi sono tali da garantire almeno 20 anni di attività, anche perché in altre zone continua l’estrazione del sale. Il processo, come già detto, non solo non presenta alcun impatto negativo sull'ambiente ma anzi, contribuisce a mettere in sicurezza dei siti, garantendone un pieno ripristino ambientale.

Per "toccare con mano" il processo, siamo scesi fino a 680 metri sotto il livello del suolo (!), muovendoci con un Land Rover lungo le gallerie alte fino a 12 metri ed estese per oltre 700 km. (!!!). Una vera e propria città sotterranea, a temperatura costante di 25°C. Basti pensare, per fare un paragone, che l'estensione dell'intera rete stradale di Trieste è pari alla metà della lunghezza delle gallerie di Bleicherode.
Nella foto, il trio degli avventurosi pronto a scendere nelle viscere della Terra...!

9 commenti:

  1. "A livello popolare si è diffusa la falsa convinzione che i residui di combustione che escono dai termovalorizzatori di AcegasAps finiscano in discariche...."
    non dubitiamo di ciò che accade oggi ma, quella che lei chiama "falsa convinzione" è forse suffragata, tra l'altro, dalla relazione del febbraio 2001 eseguita in riunione bicamerale dalla Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse, nella quale, a pag. 24, si legge testualmente che "I residui della combustione (ceneri da forno) e le polveri da abbattimento vengono attualmente conferiti nelle discariche della regione Veneto (Bastian Beton), della regione Friuli-Venezia Giulia (Gesteco, Prefir, Ecoplan) e della Lombardia (Ecosesto, Ecoservizi)".
    Ora, posto che certamente questo è solo uno degli elementi negativi di un inceneritore e certamente non il più rilevante, se oggi le ceneri vengono utilizzate per scopi ambientali (ce ne sarebbero altri possibili come l'utilizzo in edilizia, ma non mi dilungo) ne siamo certamente felici.... ma parlare di "false convinzioni" mi sembra eccessivo. Ovviamente siamo aperti e disponibili a qualunque tipo di confronto sul tema....
    Cordiali saluti.
    ing. Stefano Patuanelli - Gruppo Beppe Grillo Trieste

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  2. Quando è stata pubblicata la relazione che lei cita (febbraio 2001), i blog praticamente non esistevano, i cellulari non si connettevano ad internet, nei bar si fumava e si pagava con le lire, a new york si ammirava il panorama dalle torri gemelle, la terza linea del termovalorizzatore di Trieste era solo un disegno sulla carta.

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  3. Potrebbe quindi indicare l'anno esatto in cui ha avuto termine lo stoccaggio dei residui in discarica ed è iniziata l'interessante pratica da lei descritta? Grazie, Barbara

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  4. Certamente Barbara, anche se questo vorrebbe essere un blog di discussione più che un'interrogazione di storia :-)

    Le ceneri vengono recuperate come descritto dal 2005, le polveri dall'anno scorso, alla fine di un lungo iter autorizzativo durato molti mesi.

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  5. Bene, sono felice di veder confermato che ciò che Lei indicava come credenza popolare era invece la descrizione di ciò che accadeva realmente.
    Cordialità
    Stefano Patuanelli

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  6. ...quindi? Mi sfugge il senso dei suoi commenti: si fa bene o si fa male, secondo lei? Intendo oggi, non nel 2001. Tutti i suoi interventi vertono su due parole: "credenza" e "popolare". Mi pare di averne scritte di più, sulle altre nulla da dire...?

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  7. No no, molto da dire anche sul resto ma quella era la cosa che più mi aveva colpito. Personalmente sono molto critico nei confronti dell'utilizzo degli inceneritori come approccio al problema dei rifiuti, per più motivi:
    1. diverse ricerche mediche (riferimento a quelle della dott.sa Gentilini e del prof. Molinari) hanno evidenziato uno sviluppo di malattie neoplastiche legate a presenza di nanoparticelle di metalli pesanti negli organismi dei pazienti residenti in zone prossime a questi impianti; non essendo medico non posso prendere una posizione sul punto ma questo mi basta a preferire strade diverse per il tema di cui parlimo; inoltre gli inceneritori producono diossina non sempre in modo controllato...
    2. la presenza di questi impianti limita in modo quasi totale lo sviluppo della raccolta differenziata; basta confrontare i dati di Trieste e quelli di Padova per rendersi conto di questo.
    3. l'aver introdotto anche i sistemi di produzione di energia elettrica mediante l'incenerimento di RSU tra quelli considerati come "assimilabili" a fonti rinnovabili, ha prodotto una totale e, secondo me, consapevole distorsione nella distribuzione dei finanziamenti pubblici (CIP 6, attuali Certificati Verdi, che poi tanto pubblici non sono visto che li paghiamo in bolletta) a scapito delle fonti davvero rinnovabili. Penso ad esempio a sistemi di climatizzazione con utilizzo di scambiatori di calore a pompa geotermica, sistema assolutamente vantaggioso per i rendimenti al contrario dell'inecerimento dei rifiuti.
    4. sul punto "ceneri", volanti o pesanti, Le segnalo un link interessante: http://www.enco-journal.com/journal/ej26/appendino.html che ritengo spieghi bene alcuni degli aspetti del problema e alcune soluzioni.

    Scusandomi per la lungaggine saluto cordialmente
    SP

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  8. Bene, grazie per l'intervento. Non sono nemmeno io un medico, per cui non entro nel merito di ricerche condotte nel senso che lei dice. So però che su ogni ricerca, laddove degli emeriti esperti affermano una cosa, vi sono esperti altrettanto emeriti che la smentiscono.
    Quello che è incontestabile - dal punto di vista delle scelte amministrative - è la legge, che fissa dei limiti per le emissioni in atmosfera. Quelle del nostro termovalorizzatore sono costantemente monitorate e rientrano tutte nei parametri, in alcuni casi perfino 10 volte sotto il consentito.
    Ha una base di verità ciò che lei afferma sulla causa/effetto "presenza di termovalorizzatore/bassa percentuale di raccolta differenziata". Proprio per questo motivo, l'indirizzo "politico" che ho dato è il seguente: incremento della raccolta differenziata a Trieste = minor rifiuto cittadino termovalorizzato = più spazio per accogliere rifiuto dalle altre province della regione, tutte in difficoltà a causa del rapido esaurimento delle discariche a loro disposizione.
    Per quanto al punto 3, mi sembra di aver capito che lei si riferisca al teleriscaldamento. E' una forma di trasformazione del rifiuto in calore che parte però anch'esso da un processo di combustione. Attraverso il nostro termovalorizzatore si produce energia elettrica, in quantità pari al 13% del fabbisogno della città di Trieste.
    Infine, una considerazione. Un ciclo integrato - e virtuoso - di gestione del rifiuto non può prescindere dalla presenza di un termovalorizzatore all'interno del proprio bacino d'utenza. Per soddisfare, tra gli altri, i requisiti di economicità e adeguatezza, devono venir adottati e calibrati nelle giusta misura tutti i metodi: differenziazione e avvio a recupero, riciclo, termovalorizzazione... Con uno solo di questi il sistema risulterebbe monco, con conseguente sperpero di materiale riutilizzabile o di denari, a seconda dell'esclusiva o eccessiva adozione di un metodo o dell'altro.

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  9. Trovo sempre strano il volere confrontare città completamente differenti alla nostra per ogni cosa che qui non c'è per ovvi motivi... per esempio le bici o come in questo caso la raccolta differenziata. Suppongo che Padova essendo città di pianura abbia un sistema molto più capilarizzato per la raccolta rispetto a Trieste, questo probabilemtne per la facilità che hanno i camion di andare a svuotare i contenitori, qui li vorrei vedere salire per via Moreri o per tutte le vie strette e simili che abbiamo qui. Personalmente a casa nostra ci è SEMPRE stato insegnato a riciclare, lo faccio anche nel mio lavoro con i vari metalli di risulta, cartoni, vetri, plastiche, SEMPRE fatto di portare le cose per riciclarle, mentre ORA grazie a LEGGI fatte da gente che ha PIGNE in testa e vive solo di scartoffie e burocrazia assurda (sia a livello nazionale che europeo) mi hanno reso la vita complicata per farlo. Una mia supposizione sulla bassa percentuale di differenziata fatta qui è per il motivo sopra descritto e per il fatto che qui abbiamo una altissima percentuale di anziani per cui trascinarsi le borse con le varie cose nei punti di raccolta distanti la vedo molto dura se non impossibile.

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